I vecchi quartieri
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Su
un’ampia terrazza, salubre ed ariosa, ai piedi della rupe su cui é
edificato il castello normanno, sono sorte le prime case "forzesi"
che, mano a mano, sotto lo sguardo attento ed austero del fumante
Etna, hanno formato un piccolo borgo:
Magghia.
Sono casette con i muri perimetrali eretti su enormi rocce sporgenti
dal terreno; abitazioni costruite sul ciglio di un burrone; casette di
pietra e terra che, pur costruite senza rispettare particolari
requisiti tecnici, hanno sfidato indomite i secoli.
Le case hanno l’ingresso sulle strettissime
viuzze, quasi viottoli, mezzi di transito ma anche cortili ove non di
rado sono visibili recipienti scavati nella pietra arenaria,
utilizzati come scifo (scodella) per gli animali.
Nell’antico quartiere rimangono i resti della Chiesa
di San Sebastiano, ad una navata con pianta rettangolare.
Sul fondo della navata si ammirava un delicato affresco dell’Onnipotente,
rappresentato con una fluente barba bianca, il mantello rosso ed il
tipico triangolo sul capo.
Per andare al Quartarello,
si devono salire scalinate e attraversare cortili. Si trovano case
ammassate le une alle altre, addossate alle strette viuzze e alle
ripide scalinate di pietra, tutte a zig - zag ed intricate come un
labirinto.
Il borgo si è formato addossato alla rocca secondo
un impianto urbanistico medioevale. Oggi sono case disabitate, dai
tetti di tegole sprofondati per il peso dei secoli e dai solai di
legno ormai infraciditi; ma tutto ciò che si ammira (qualche portone
ad arco o con architrave, qualche finestrella tonda o quadrata, alcuni
balconcini caratteristici) sembra ridestare, tra quei silenzi
ugualmente palpitanti, la vita febbrile e vibrante che si svolgeva
nell’antica cittadina.
Qualche casa é stata restaurata. In particolare,
si distingue una casetta, che ha il portone d’ingresso racchiuso in
modanature sporgenti e mensole
antropomorfe che
sorreggono il balcone, mentre un profumato rampicante, che si alza da
una giara, abbellisce il cinquecentesco prospetto.
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