La Fiumara d’Agrò trova la sua origine nella
"Montagna Grande" che, piuttosto massiccia ed arida, domina
tutta la Valle fino al mare. Lungo circa 18 km, dopo un primo tratto,
in cui il corso é di tipo torrentizio, stretto ed impervio, presso le
Gole Ranciara
il fiume d’Agrò si "distende" in tutta la sua selvaggia
bellezza. Tali gole, situate tra gli attuali Comuni di Limina e
Casalvecchio Siculo, assumono il suddetto appellativo dall’albero di
arancio, detto appunto ranciara nel dialetto della vallata.
L’Agrò é stato un fiume tra i più tumultuosi,
costituendo pericolo per le coltivazioni, per gli abitati, per la
gente della Valle. A monte delle gole é costretto tra alte sponde
rocciose argentate in cui la caratteristica rumorosità delle acque,
saltellanti da un sasso all’altro, regala inimmaginabili sensazioni
d’altri tempi. A valle delle gole si allarga sempre più e,
anche quando sembra pigramente riposare nel suo lungo letto, riesce
sempre a ridestare nella gente del luogo la paura della potenza delle
sue acque.
Nei vari tempi l’Agrò ha offerto la sua utilità
sia per l’irrigazione che per l’estrazione di materiale da
costruzione.