UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA
Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Gestione delle Imprese Turistiche
TIZIANA GENTILE
PIANO DI RIQUALIFICAZIONE TURISTICA DEL BORGO MEDIEVALE DI FORZA
D’AGRÒ
SAGGIO FINALE
Relatore:
Chiar.mo Prof. BENEDETTO PUGLISI
Anno Accademico 2005-2006
PREMESSA
Da oltre 50 anni l’attività turistica ha assunto
proporzioni notevolissime. Passando da fenomeno d’élite ad evento di
massa, il turismo ha subito una serie di evoluzioni che hanno portato a
considerarlo uno dei settori più rilevanti dell’economia di molti Paesi.
L’enorme influenza attribuita a questo fenomeno, ha permesso di
convertire ogni tipo di risorsa primaria rilevante a bene fruibile e
comunicabile, facendola divenire un’attrazione turistica. Allo stesso
tempo è anche uno strumento di innovazione e di “ingegno”: in questo
campo sono sempre più importanti le idee, che devono essere geniali,
innovative, sperimentali ma soprattutto competitive.
Il presente saggio finale, frutto dello studio di
una disciplina caratterizzante del Corso di Laurea specialistica di
management turistico, Destination Management & Marketing, prevede la
realizzazione di un piano di riqualificazione che punti soprattutto al
recupero storico-architettonico di Forza d’Agrò e alla valorizzazione
delle risorse naturali, culturali e soprattutto umane.
In particolare ho focalizzato l’attenzione sul
turismo di tipo relazionale e sulla sua attuazione tramite il progetto
di Albergo Diffuso, strumento di valorizzazione territoriale ma
soprattutto dei rapporti umani, utile per quei borghi che possiedono
tante risorse e potenzialità non ancora utilizzate, come Forza d’Agrò, e
verso i quali, io stessa, nutro un innato affetto.
Nel primo capitolo mi accingerò ad analizzare il
mercato turistico sia a livello nazionale che a livello locale,
esaminando arrivi e presenze di differenti località siciliane, passando
poi allo studio, in particolare, del territorio di Forza d’Agrò,
l’analisi socio-economica, la domanda e l’offerta turistica, sia
italiana che straniera. Il primo capitolo continua con un’analisi di
benchmarking sui casi di Albergo Diffuso presenti in Italia e continua
con lo studio del “caso di successo”: S. Stefano di Sessanio, borgo
abruzzese in provincia de L’Aquila che ha già attuato l’Albergo Diffuso
e, nello studio del quale, ho focalizzato l’attenzione sul rispetto
della struttura urbanistica dei luoghi e al recupero delle tradizioni
passate.
Nel secondo capitolo analizzerò il ciclo di vita
della destinazione, che si inserisce in un contesto dominato
principalmente dai benefici in campo economico (aumento del reddito e
dell’occupazione), sociale (scambio culturale tra turisti e gente del
luogo) e ambientale (consapevolezza delle proprie risorse) e dove gli
unici costi riguardano esclusivamente l’ambito economico, proprio per le
iniziative di sviluppo avviate. Lo stesso capitolo metterà a confronto
varie località sotto l’aspetto della densità turistica e della
turisticità complessiva tramite il relativo grafico di posizionamento.
In seguito esaminerò i punti di forza, debolezza,
opportunità e minacce della destinazione, proseguendo con la
determinazione del target market attuale della destinazione e di quello
che il progetto prevede di attrarre e soddisfare, tenendo in
considerazione che questo segmento ipotetico di clienti sarà costituito
da una nicchia di mercato, una fetta di frequentatori che sarà
caratterizzata dalla ricerca di una vacanza alternativa, a contatto con
la realtà locale e inseriti totalmente in un contesto in cui saranno
considerati "residenti momentanei”. Il terzo capitolo, più tecnico,
prevede l’individuazione in primis degli obiettivi che con il progetto
si vogliono realizzare e in seguito delle strategie da seguire per
mettere in atto, più concretamente possibile, gli obiettivi individuati.
In seguito il capitolo tratterà degli interventi tecnico-strutturali e
di comunicazione da compiere per rendere fruibile e comunicabile la
risorsa e i relativi finanziamenti da ricercare e da attuare.
L’argomento si concluderà con la redazione dell’action plan, ovvero un
manuale d’azione da seguire per l’attuazione di tutte le operazioni
necessarie e gli obiettivi stabiliti previsti dal progetto.
Il progetto che ho redatto è nato dalla diretta
corrispondenza tra il legame che provo verso tutti quei borghi a volte
dimenticati e che sono le peculiarità del nostro Paese, e dallo studio
di una disciplina che analizza la gestione del territorio e la relativa
commercializzazione attraverso strumenti idonei per attuare, nello
stesso tempo, la riqualificazione turistica, sottolineando anche il
fatto che la nostra realtà è meta di viaggiatori che sovente prediligono
piccole realtà e posti tipici e caratteristici, evitando a volte le
enormi strutture di lusso e le destinazioni a sette stelle.
Infine il presente saggio finale è accompagnato e
integrato da un modellino 3D realizzato in cartonpane, grazie all’aiuto
di Bruno Spina, Giorgia Testa e Salvo Terranova, rappresentante il
territorio e gli edifici oggetto del piano di riqualificazione
turistica.
I CAPITOLO
CENNI GENERALI SUL SETTORE TURISTICO E SULL’AREA DI RIFERIMENTO
1.1 L’analisi del mercato turistico italiano e siciliano.
Il fenomeno turistico in Italia, negli ultimi
decenni, è divenuto fattore trainante dell’intera economia nazionale, in
grado di far registrare i più alti trend di crescita, è considerato alla
pari di settori come i trasporti, le comunicazioni e l’informatica, con
i quali opera in modo sinergico. Da quanto risulta dall’Osservatorio sul
turismo italiano, promosso da Isnart-Unioncamere e presentato alla Bit
nel febbraio 2007, il turismo italiano è stato promosso a pieni voti sia
dai turisti italiani che da quelli stranieri, i quali hanno preferito il
BelPaese soprattutto per quanto riguarda l’enogastronomia, seguita dalla
cortesia e dal livello di ospitalità della gente e di pulizia degli
alloggi. Per quanto concerne il 2006, se nel primo semestre il
consuntivo porta ad un pareggio con l’anno precedente,
nei mesi di aprile e giugno si è potuto riscontrare un
incremento. In tutto sono state più di 121 milioni le vacanze effettuate
nell’arco del 2006, con una quota di ben l’84% in Italia.
TAB. SEQ "Tabella"
\*Arabic 1
|
|
2006 |
|
2005 |
|
2004 |
|
|
% |
|
% |
|
% |
1° |
ITALIA |
84,4% |
ITALIA |
88,8 |
ITALIA |
96,3 |
2° |
SPAGNA |
38,9% |
SPAGNA |
42,5 |
SPAGNA |
39,7 |
3° |
FRANCIA |
36,1% |
FRANCIA |
39,1 |
FRANCIA |
39,4 |
4° |
GERMANIA |
15,3% |
GERMANIA |
16,9 |
GRECIA |
16,6 |
5° |
GRECIA |
14,6% |
GRECIA |
16,3 |
REGNO UNITO |
15,9 |
6° |
P.SCANDINAVI |
12,5% |
TURCHIA |
14,4 |
GERMANIA |
12,8 |
La spesa totale per le vacanze degli italiani (in
Italia e all’Estero) si è fermata a 44,9 miliardi di euro, contro i
46,8% del 2005. A beneficiare di più dei proventi dei turisti è la
provincia di Roma, con quasi 2 milioni di vacanze nel 2006, seguita da
Rimini, dalla provincia di Trento e da Venezia. Il fronte Estero segna
un saldo positivo: si riduce il calo del mercato tedesco, mentre
crescono i mercati inglese (+2,5%), francese (+2,3%) e statunitense
(+2,3%). L’impatto economico del turismo si attesta a 44,9 miliardi di
euro entrati nel 2006, con alberghi e pubblici esercizi che raccolgono
il 63,5% del totale.
Interessanti sono le previsioni per il 2007, con
gli operatori che si dimostrano ottimisti. Si attende una domanda in
crescita e, solo nella peggiore delle ipotesi, si parla di stabilità. Si
dovrebbe registrare un incremento soprattutto sui mercati dell’Est
(Russia, Ungheria e Polonia), in Norvegia, in Belgio e in Spagna.
Lusinghieri i dati che provengono dalla Cina dove 1,2 milioni di
turisti ha detto di avere intenzione di venire in vacanza in Italia.
Per ciò che riguarda la Sicilia, secondo
l’Osservatorio turistico regionale, l’attività turistica nel 2006 ha
fatto registrare un leggero aumento rispetto all’anno precedente, ma
bisogna sottolineare che nell’isola le A.A.P.I.T. sono in gestione
liquidatoria a causa del rinnovamento del settore turistico, che ha
previsto la soppressione di tali aziende, e ciò comporta gravi ritardi
nell’acquisizione dei dati completi da parte dell’Osservatorio e dell’Istat.
Tenendo conto di ciò, l’andamento provinciale è il seguente:
TAB. SEQ "Tabella"
\*Arabic 2
Provincia |
Arrivi |
Presenze |
2005 |
2006 |
Var. ass. |
Var. % |
2005 |
2006 |
Var. ass. |
Var. % |
AGRIGENTO |
315.610 |
320.845 |
5.235 |
1,65% |
796.774 |
818.769 |
21.995 |
2,50% |
CALTANISSETTA |
29.619 |
33.322 |
2.269 |
12,50% |
78.957 |
76.927 |
-2.037 |
-2,57% |
CATANIA |
531.007 |
566.622 |
25.615 |
6,70% |
1.423.082 |
1.452.941 |
29.859 |
2,09% |
ENNA |
42.476 |
43.681 |
1.205 |
2,83% |
77.252 |
80.508 |
3.256 |
4,21% |
MESSINA |
861.317 |
914.180 |
52.863 |
6,13% |
3.467.851 |
3.791.877 |
324.026 |
9,34% |
PALERMO |
939.774 |
982.124 |
42.350 |
4,50% |
2.836.112 |
2.984.840 |
148.728 |
5,24% |
RAGUSA |
86.285 |
89.108 |
2.823 |
3,27% |
282.212 |
286.493 |
4.281 |
1,51% |
SIRACUSA |
311.551 |
339.328 |
27.817 |
8,92% |
1.038.281 |
1.176.828 |
138.547 |
13,34% |
TRAPANI |
283.071 |
338.685 |
55.212 |
19,64% |
1.039.147 |
1.240.020 |
200.873 |
19,33% |
TOT. AZIENDE |
3.400.710 |
3.627.895 |
227.185 |
6,68% |
11.039.668 |
11.909.203 |
869.535 |
7,87% |
Per quanto riguarda i turisti nelle strutture
ricettive alberghiere ed extralberghiere provinciali, si può annotare
una lieve variazione percentuale del 3,66% degli arrivi e del 4,36%
delle presenze italiane, mentre una consistente variazione dell’11,93%
degli arrivi e del 13,78% delle presenze straniere rispetto al 2005.
Osservando invece l’andamento turistico in particolare, alcune località
siciliane hanno percepito un calo non indifferente di arrivi e presenze
rispetto all’anno passato, come per esempio Cefalù e Milazzo, le cui più
importanti flessioni riguardano il settore italiano, che tocca
rispettivamente il -35% e un -28% per le presenze, e un -18% per gli
arrivi, senza menzionare in dettaglio gli altri decrementi che
riguardano destinazioni come Giardini Naxos, Acireale, Agrigento e
Caltagirone. Di contro si elencano incrementi di arrivi e presenze
italiane a Trapani, Isole Eolie, Capo d’Orlando, Taormina, Patti ed
Erice.
TAB. 3
Provincia |
Arrivi |
Presenze |
2005 |
2006 |
Var. ass. |
2005 |
2006 |
Var. ass. |
AG |
171.866 |
167.233 |
-4.633 |
520.240 |
523.194 |
2.954 |
CL |
25.789 |
29.533 |
3.744 |
69.866 |
69.439 |
-427 |
CT |
384.250 |
396.876 |
12.626 |
1.001.229 |
995.987 |
-5.242 |
EN |
25.961 |
27.702 |
1.741 |
53.585 |
57.758 |
4.173 |
ME |
490.944 |
500.541 |
9.597 |
1.890.030 |
1.977.687 |
87.657 |
PA |
560.870 |
560.760 |
110 |
1.562.797 |
1.529.613 |
-33.184 |
RG |
68.136 |
68.293 |
157 |
197.505 |
197.379 |
-126 |
SR |
210.102 |
221.695 |
11.593 |
759.127 |
822.253 |
63.126 |
TR |
223.939 |
268.503 |
44.564 |
873.368 |
1.057.164 |
183.796 |
TOT. AZIENDE |
2.161.857 |
2.241.136 |
79.499 |
6.927.747 |
7.230.474 |
302.727 |
Il settore estero, al contrario di quello italiano
che ha segnato notevoli cali, invece, segna i suoi pochi ma consistenti
decrementi in località come Gela, che tocca il picco di -34% di arrivi e
-40% di presenze, Agrigento con un -26% di arrivi e un -26% di presenze,
e Piazza Armerina, mentre confortanti sono le crescite a Taormina, Isole
Eolie, Capo d’Orlando, Siracusa ed Erice che si caratterizzano per
consistenti sviluppi sia in termini di arrivi che di presenze.
TAB. SEQ "Tabella"
\*Arabic 4
Provincia |
Arrivi |
Presenze |
2005 |
2006 |
Var. ass. |
2005 |
2006 |
Var. ass. |
AG |
143.744 |
153.612 |
9.868 |
276.534 |
295.575 |
19.041 |
CL |
3.830 |
3.789 |
41 |
9.091 |
7.488 |
-1.603 |
CT |
146.757 |
169.746 |
22.989 |
421.853 |
456.954 |
35.101 |
EN |
16.515 |
15.979 |
536 |
23.667 |
22.750 |
-917 |
ME |
370.373 |
413.639 |
43.266 |
1.577.821 |
1.814.190 |
236.369 |
PA |
378.904 |
421.364 |
42.460 |
1.273.315 |
1.455.277 |
181.962 |
RG |
18.149 |
20.815 |
2.666 |
84.707 |
89.114 |
4.407 |
SR |
101.449 |
117.633 |
16.184 |
279.154 |
354.575 |
75.421 |
TR |
59.132 |
70.182 |
11.050 |
165.779 |
182.856 |
17.077 |
TOT. AZIENDE |
1.238.853 |
1.386.759 |
149.060 |
4.111.921 |
4.678.779 |
566.858 |
Sembra infine interessante notare che la quota di
mercato complessiva nazionale della domanda turistica in Sicilia
mostra, nell’ultimo periodo, una lieve ma continua crescita, soprattutto
in relazione alla capacità del territorio di attrarre arrivi
piuttosto che presenze.
1.2 La descrizione
dell’area di riferimento.
Il settore turistico ha realizzato, negli ultimi
anni, un lieve miglioramento dei parametri rilevanti (indice di
permanenza, flussi) cogliendo solo in parte i frutti di un rafforzamento
dell’offerta di strutture turistiche e gli effetti di investimenti
notevoli nel settore, anche per la difficoltà a sviluppare un’ottica di
sistema nel prodotto turistico e di aggredire le reali problematiche del
settore (diversificazione e destagionalizzazione dei flussi,
potenziamento dei servizi). Il presente studio concerne l’analisi del
territorio di Forza d’Agrò, che ha una superficie di 10,61 kmq e che
si erge a 420 metri sul livello del mare, sul lembo estremo di nord-est
della corona del Monte Tauro.
L’accessibilità alla zona è realizzata da servizi
giornalieri di trasporto tramite pullman, che collegano il paese con
Messina (42km) e Taormina (15km). In macchina da Messina vi si arriva:
uscendo dall’autostrada A18 al casello di Roccalumera, si percorre la
SS114, direzione Catania, fino al Capo S.Alessio, bivio per Forza
d’Agrò. In macchina da Catania: uscendo dall’autostrada A18 al casello
di Taormina, si imbocca la SS114 direzione Messina, fino al bivio di
Capo S.Alessio per Forza d’Agrò. Le distanze dai principali aeroporti
siciliani sono: per Catania ca. 60km, per Trapani ca. 370km e per
Palermo ca. 240km. La stazione ferroviaria più vicina, quella di
S.Alessio, dista 6km, mentre quella di Letojanni e di S.Teresa di Riva
distano ca. 10km.
La destinazione si erge su un promontorio collinare a carattere
roccioso, distante circa 4 km dal bivio del Capo S.Alessio e la cui
estremità più alta è da molti secoli adibita a cimitero, mentre per le
strade del borgo si possono osservare palazzi signorili del XVII secolo,
tra cui Palazzo Miano e Palazzo Mauro, imponenti chiese tra cui la
Cattedrale della SS.Annunziata del 1400, al cui interno vi sono delle
cripte sotterranee utilizzate per le sepolture e caratterizzate da
particolari dipinti murali, la chiesa della SS.Trinità, costruita nel
1576, affiancata dal Convento Agostiniano del XV secolo e dal suo
immenso chiostro, il tutto da poco ristrutturato e adibito a biblioteca
e a sala convegni: un mix che suscita particolare interesse sia per la
posizione geografica che ricopre, che per le risorse culturali che
possiede. Non bisogna dimenticare che Forza d’Agrò fa parte della Valle
d’Agrò, che comprende altri sette paesi (S.Alessio, S.Teresa di Riva,
Furci S., Savoca, Antillo, Limina e Roccafiorita) le cui
amministrazioni, da circa un anno, hanno preso consapevolezza della
necessità di adoperarsi congiuntamente affinché, adottando una strategia
comune ed unitaria, tutto il territorio della Valle possa essere
potenziato nel rispetto dei valori tradizionali e delle caratteristiche
della zona: hanno dato vita, così, ad un Consorzio di Promozione
Turistica (Val d’Agrò, appunto)[1].
L’analisi socio-economica del luogo fa emergere varie
attività economiche, la maggior parte delle quali a gestione familiare e
ben consolidate, che occupano la stragrande maggioranza dei giovani che
abitano nel paese, dando loro un lavoro e la possibilità di partecipare
all’incremento economico della destinazione. L’età media della
popolazione è alta, la famiglia media è composta da due figli, con un
tenore di vita medio grazie anche al basso costo della vita. D’altro
canto invece, si comprende come non esista la consapevolezza delle
potenzialità del luogo, che, se sfruttate minimamente, potrebbero essere
il trampolino di lancio di uno sviluppo turistico integrato, ciò forse a
causa dell’anzianità della popolazione, o dell’inesperienza dei giovani,
o della mancanza di una politica locale destinata, che preveda forme di
incentivazione all’attività turistica rivolte soprattutto ai giovani. L’analisi
dell’offerta turistica mostra la presenza di quattro ristoranti
(L’Abbazia, l’Osteria Agostiniana, Il Priore, l’Hotel Villa
Souvenir), che attirano un’immensa mole di turisti in ogni periodo
dell’anno, e di tre alberghi: l’Hotel Villa Souvenir, a due stelle, è
l’unico sito nel paese, conta circa 22 camere e nell’alta stagione,
grazie alla sua posizione centrale rispetto al paese, registra un alto
tasso di pernottamenti. La sua attività comprende la vendita di
tabacchi, servizi telematici, edicola, bar e gelateria, nonchè
ristorante e pizzeria. I restanti due, l’hotel Baia Taormina, che conta
94 camere e il Crystal Sea Hotel con 39 camere, entrambi a
quattro stelle e con diversi servizi, sono situati sulla SS114 a ca.
4,5km dalla località, mentre gli unici due Bed&Breakfast presenti sul
territorio, insieme contano circa 12-15 posti letto e, anche se nati da
due anni, nell’alta stagione hanno fatto registrare il “tutto esaurito”.
Per quanto riguarda le attività complementari, come pub o discoteche, le
più vicine sono quelle di Letojanni, Taormina e Giardini a circa
10-15km. Da questi punti si deduce come il paese non offra ancora
abbastanza sia ai turisti sia ai residenti, o comunque abbia sviluppato
delle forme di offerta ancora primordiali ed essenziali, vista la poca
competenza nel settore da parte degli attori interessati. Inoltre la
popolazione non cresce e poiché la maggior parte di essa è anziana, non
ha la consapevolezza delle immense risorse paesaggistiche,
naturalistiche, culturali, eno-gastronomiche che il paese possiede, così
si è restii a puntare su quel settore economico che favorirebbe la
valorizzazione, lo sviluppo e la conversione delle risorse in attrazioni
in grado di generare domanda e che collocherebbe la destinazione in
posizione competitiva nei confronti delle altre mete simili. L’analisi
della domanda turistica a Forza d’Agrò, mostra, attraverso i dati
dell’A.A.P.I.T., un consistente movimento alberghiero di turisti
stranieri e italiani, che, rispetto al 2005 è, per certi aspetti, in
aumento:
GRAFICO SEQ
"Grafico" \*Arabic 1
Si registra, infatti, un incremento di circa il 35% delle presenze
straniere rispetto al 2005, di contro alle presenze degli italiani che
segnano un calo dell’1,95%. La permanenza media totale degli italiani,
leggermente calata, nel 2006 si attesta a 2,5 giorni e quelle degli
stranieri a 5,2 giorni. Tutto sommato la stagione alberghiera del 2006,
con i suoi dati in crescita, può considerarsi soddisfacente non solo
perché non vi è stato nessun calo considerevole rispetto l’anno
precedente, ma soprattutto perché da quest’ultimo le presenze
alberghiere totali si discostano di un +30% e gli arrivi alberghieri
totali di un +26,50%, ciò significa che la destinazione è in una fase
iniziale di sviluppo. Bisogna inoltre considerare l’attivita
extralberghiera. Essa fa registrare un elevato numero di seconde case,
occupate solo nel periodo estivo dai proprietari, e nonostante le poche
strutture a disposizione, contribuisce anch’essa all’incremento
turistico del luogo esclusivamente nei mesi di luglio, agosto e
settembre:
GRAFICO SEQ
"Grafico" \*Arabic 2
I dati del settore extralberghiero registrano una
diminuzione di arrivi, presenze e permanenza media degli stranieri
rispetto al 2005, di contro ad un aumento di quelli italiani, che
segnano un +28% per le presenze e un +43% per gli arrivi, mentre la
permanenza media passa dai 5,69 giorni del 2005, ai 5,09 giorni del
2006. Osservando inoltre i dati relativi alla bassa stagione, troviamo
che per tutti i mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio,
giugno, ottobre, novembre e dicembre si registra un valore complessivo
di arrivi e presenze, italiane e straniere, non superiore a 50 unità; da
ciò è chiaro come il paese risulta essere ancora una destinazione
prettamente stagionale e bisognerebbe mettere in pratica gli strumenti
adatti per attuare una valida destagionalizzazione.
Bisogna inoltre rilevare che Forza d’Agrò si sta
aprendo al turismo molto lentamente a causa della mancanza di strutture
e infrastrutture importanti per tale attività economica. Il comune di
Forza d’Agrò ha subito solo di recente un massiccio arrivo di turisti
sul suo territorio, mentre una decina d’anni fa poteva solo essere
considerato un paese fantasma, dove quei pochi turisti che vi
arrivavano, non trovando adeguati servizi e attrezzature di supporto
all’attività turistica, non erano sufficienti ad incrementare il
fenomeno nè tantomeno ad invogliare gli attori ad investire risorse
finanziarie su una destinazione incerta. I dati seguenti mostrano, di
conseguenza, la situazione degli arrivi e delle presenze nell’ultimo
decennio:
GRAFICO SEQ
"Grafico" \*Arabic 3
I dati del 2006 sono molto confortanti perché non
segnano alcun calo rispetto all’anno precedente, ma soprattutto perché
registrano una variazione percentuale positiva del 30% delle presenze
totali italiane e straniere rispetto al 2005. Il trend decennale appena
attenzionato, mostra dei dati rassicuranti che riguardano gli stranieri
i quali, dal 2000 fino ad oggi, hanno fatto registrare valori compresi
tra 15.000 e quasi 40.000 presenze.
Si deve sottolineare inoltre come la destinazione,
lungo gli ultimi 4 anni, abbia fatto segnare un andamento della
permanenza media degli italiani inversamente proporzionale rispetto a
quella degli stranieri: la prima registra un continuo calo già dal 2004,
di contro a quella degli stranieri che dal 2001 è in leggero continuo
aumento.
Per favorire un ulteriore incremento turistico
della destinazione, è quindi necessario creare un indotto turistico tra
operatori pubblici, operatori privati, turisti e popolazione locale, che
sia destinato soprattutto alla destagionalizzazione della destinazione.
1.3 Il Benchmarking. Famosi esempi di Albergo Diffuso in Italia.
L’Italia è sede di grandi città ma anche di
migliaia di piccoli borghi posti sulle cime di monti, immersi nel verde
delle pianure o a picco sul mare.
Purtroppo, nonostante la bellezza dei paesaggi, i
piccoli centri sono esposti a degrado e abbandono, finendo per essere
abitati solo da persone anziane, attaccate al loro luogo d’origine e al
loro passato. L’obiettivo principale del progetto di Albergo Diffuso è
cercare di dare nuovamente, ai piccoli comuni, quell’immagine di
vitalità che si presentava prima delle grandi emigrazioni dal paese per
la città.
Il Friuli Venezia Giulia è la regione
“madre” dell’Albergo Diffuso, poiché proprio qui negli anni ’80, si
cominciò a parlare di Albergo Diffuso.
I progetti attuati dai comuni sono: “Albergo
Diffuso Comeglians” a Comeglians in Carnia, “Residence Albergo Diffuso
di Borgo San Lorenzo” a Sauris/Zahre in provincia di Udine, “Albergo
Diffuso Monte Prât” a Forgaria in provincia di Udine e “Borgo Soandri” a
Sutrio in provincia di Udine. I progetti sono stati sviluppati per dare
l’opportunità ai turisti di vivere a contatto con la natura, con la
storia e la cultura del paese. Inoltre, sono proposti numerosi itinerari
culturali per comprendere la storia del territorio, visite guidate con
percorsi naturalistici per conoscere ed apprezzare il territorio,
scoprire le antiche attività artigianali ed imparare a cucinare
specialità gastronomiche.
La Regione Friuli Venezia Giulia, ha dato una
definizione dell’Albergo Diffuso nel suo piano legislativo regionale:
“Gli alberghi diffusi sono costituiti da almeno
tre unità abitative dislocate in uno o più stabili separati, integrate
fra loro da servizi centralizzati quali ufficio di ricevimento, sala ad
uso comune, eventualmente ristorante-bar, allocati in un unico stabile
[2]”
“Gli alberghi diffusi sono classificati dai
Comuni sul cui territorio insistono le strutture o, nel caso in cui la
dislocazione interessi più comuni, dal Comune in cui ha sede l’ufficio
di ricevimento. I requisiti minimi ai fini della classificazione sono
fissati con apposito regolamento comunale. In ogni caso il numero dei
posti letto non può essere complessivamente inferiore a ottanta. Le
unità abitative devono essere ubicate solo nei comuni
amministrativamente confinanti con il Comune in cui ha sede l’ufficio di
ricevimento dell’Albergo Diffuso[3]“
Proprio per sottolineare l’attenzione della Regione
a questo nuovo progetto di sviluppo turistico, è nata la “S.I.S.A.D. FVG”,
un centro didattico di riferimento dedicato agli operatori del Comparto
Albergo Diffuso.
Gli obiettivi sono quelli di sostenere coloro che
operano o intendono promuovere il proprio territorio e/o intraprendere
un'attività turistica di Albergo Diffuso o paese-albergo e valorizzare
la loro capacità di fungere da traino alla cooperazione tra pubblico,
privato e associazioni di volontariato locale.
La Sardegna è una delle 9 regioni che ha
sviluppato per prima la formula di Albergo Diffuso: ne sono stati
realizzati vari progetti: ”Antica Dimora del Gruccione” e “Sas Benas” a
Santu Lussurgiu in provincia di Oristano, “Corte Fiorita” a Bosa in
provincia di Nuoro e “Omu Axiu” a Orroli ai confini tra le province di
Cagliari e Nuoro.
E’ possibile visitare il territorio sardo
attraverso escursioni e gite in mountain bike, si può viaggiare sul
Trenino Verde, un treno d’epoca che dalla primavera all’autunno porta i
turisti da Cagliari ad Arbatax, alla scoperta della Sardegna meno
conosciuta e ammirare il Nuraghe Arrubiu a pochi chilometri dal paese,
dalle dimensioni ancora più imponenti del complesso di Barumini.
La Regione Sardegna, oltre ad essere la regione che
ha attuato e sviluppato le prime forme di Albergo Diffuso, ha anche
classificato questa forma di ospitalità nella legge regionale del
12 agosto 1998 n. 27,
cioè ha legiferato per garantire all’Albergo Diffuso un riconoscimento
legale:
“Possono assumere la denominazione di "Albergo
Diffuso" gli alberghi caratterizzati dalla centralizzazione in un unico
stabile dell'ufficio ricevimento, delle sale d’uso comune e
dell'eventuale ristorante ed annessa cucina e dalla dislocazione delle unità abitative in uno o più stabili separati, purché ubicati nel
centro storico (zona A) del Comune e distanti non oltre 200 metri
dall'edificio nel quale sono ubicati i servizi principali.
L'obbligatorietà dei requisiti ai fini della classificazione permane in
quanto compatibile con la struttura diffusa dell'esercizio[4]”
Ma non solo, l’obiettivo della Regione è stipulare
un Patto Triennale di Marketing e una serie di incentivi, per
riqualificare le strutture turistiche dell’isola.
Il progetto avrà valenza nel lungo termine, chi se
ne occupa è l’attuale assessore al Turismo Luisanna Depau; il programma
ha lo scopo di indirizzare i finanziamenti per la riorganizzazione dei
servizi e delle strutture turistiche già presenti, per ovviare anche
alla destagionalizzazione del turismo, attraverso il rilancio
dell’attività turistica nei parchi dell’interno Isola. La Regione,
inoltre, sta lanciando una campagna pubblicitaria a livello nazionale ed
internazionale, seppur con pochi fondi a disposizione.
Sulla scia della Regione Friuli Venezia Giulia, si
sono poste le basi per un coordinamento nazionale per la creazione di
una “Scuola degli Alberghi Diffusi” anche in Sardegna in collaborazione
con il “GAL Montiferru”.
In Molise, i progetti di Albergo Diffuso
sono stati sviluppati e promossi dal “Patto Territoriale del Matese”.
Senza dubbio in questa regione vi è un’offerta di ospitalità diffusa
superiore rispetto alle altre: si contano 8 progetti di Albergo Diffuso
a Frosolone in provincia di Isernia, a Sepino, Jelsi, Cercepiccola,
Casalciprano, Ferrazzano, Castropignano e Ripalimosani tutte in
provincia di Campobasso e 4 esempi di ospitalità nei borghi a Mirabello
Sannitico, Montagano, Duronia e Campobasso tutte in provincia di
Campobasso sparsi in tutta la regione. Molti di questi progetti sono
costituiti da un unico edificio suddiviso in appartamenti o
miniappartamenti.
Il territorio del Matese negli anni passati,
presentava una situazione di isolamento orografico, dato dalla presenza
di numerosi piccoli centri abitati che subivano il fenomeno
dell’emigrazione imprenditoriale, in quanto la scarsità di abitanti dei
paesi non permetteva un adeguato sviluppo sia occupazionale sia
produttivo, portando ad una situazione di stallo ed impoverimento di
quelle che erano le potenzialità di crescita economica.
Nonostante queste situazioni avverse, il territorio
offriva lati positivi come l’elevata disponibilità di risorse umane, un
clima sociale coeso e forte, la ricchezza archeologica e storica dei
paesi dell’area del Matese, ma soprattutto la voglia di riscatto degli
amministratori della regione, degli imprenditori e delle organizzazioni
no profit per ridare all’area quella vitalità che meritava. Così nel
1996-97, si sviluppò l’idea progettuale del Piano d’Azione Locale “Patto
Territoriale per l’Occupazione del Matese”, creato per aiutare gli
imprenditori presenti sul territorio ma che non facevano parte
dell’industria turistica.
Successivamente, chi si occupava di turismo
cominciò a richiedere interventi di riqualificazione e ristrutturazione
turistica per le dimore storiche presenti nel territorio e per quei
borghi pieni di storia, ma abbandonati. E’ così che si cominciò a
parlare di microricettività.
L’obiettivo principale del Patto è quello di
sviluppare un numero considerevole di posti di lavoro attribuiti alle
attività economiche dell’area, in modo da accrescere il tasso di
imprenditorialità del territorio e migliorare di conseguenza la qualità
di vita per la popolazione residente nel Matese:
Ad oggi, il Patto Territoriale ha finanziato il
recupero di circa 40 residenze di pregio destinate all’accoglienza
turistica contribuendo alla ripresa socio-economica dei borghi.
Anche in Molise, si sta lavorando alla creazione
della “Scuola degli Alberghi Diffusi” promossa proprio dal Patto del
Matese.
Così, il Molise, pur essendo considerata una
regione marginale, presenta una voglia di ripresa e di rivincita verso
le altre regioni, davvero indiscutibile e da ammirare.
Anche la regione Puglia conta 4 esempi di
Albergo Diffuso ad Alberobello in provincia di Bari, a Tricase, Specchia
e Alessano in provincia di Lecce ed un progetto a Vico del Gargano
all’interno del Parco Nazionale del Gargano in provincia di Foggia ma
purtroppo, poiché gli alberghi diffusi di questa regione vengono
promossi tramite passaparola e in alcuni casi sono rivolti ad un turismo
d’elite, non ho potuto recuperare molte informazioni circa questi
progetti.
Per questa regione fondamentale è stato il lavoro
svolto dai GAL e dai programmi Leader comunitari, i quali hanno
apportano numerosi finanziamenti per la realizzazione di questi
progetti. Non si può dimenticare inoltre che Alberobello (BA), è la
città dei tetti conici, dichiarati monumenti nazionali nel 1930 e nel
1996 Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
1.4 Un caso di successo: S. Stefano
di Sessanio (AQ).
La
seguente analisi ha per oggetto una realtà già ben affermata di Albergo
Diffuso presente in Abruzzo da molti anni: S. Stefano di Sessanio.
Santo Stefano di Sessanio (AQ) è un
piccolo borgo medievale fortificato posto all’interno del Parco
Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga in Abruzzo. Prende il
nome da Sextantio, dista 30 km da L’Aquila, si trova a 1251 metri di
altitudine e conta solo 128 abitanti. L’attuale configurazione urbana
del borgo prende forma nel Medioevo quando si sviluppa il fenomeno dell’incastellamento:
un paesaggio caratterizzato da abitati d’altura, circondati da un
perimetro murario fortificato, caratteristica presente in molti dei
borghi dell’Italia Centrale.
“Gli integri valori ambientali, il decoro
architettonico e l’omogeneità stilistica[…][5]”
hanno permesso, a Santo Stefano di Sessanio, di entrare nella ristretta
schiera de “I Borghi più belli d’Italia”.
Per pubblicizzare il proprio patrimonio anche
all’estero, la regione abruzzese ha collocato l’intero pacchetto di
proposte su una rete di vendita, tramite la quale affidava a terzi la
gestione di tale patrimonio: di recente due società inglesi hanno scelto
di operare direttamente sul territorio, mentre la regione dichiara di
essere in trattativa con diversi gruppi stranieri. Di recente invece è
stato avviato il primo borgo, interamente ceduto ad un privato e
totalmente ristrutturato: si tratta proprio di S. Stefano di Sessanio,
dove un imprenditore italo-svedese, Daniel Elow Kihlgren ha acquistato,
pagando oltre 3,5 milioni di euro, 4 mila metri quadrati di territorio
su un totale di poco meno di 10 mila. Nell’antico borgo, già
possedimento della famiglia Medici di Firenze, l’imprenditore ha
realizzato un Albergo Diffuso, il tutto per un costo complessivo che si
aggira intorno ai 10 milioni di euro. Ovviamente il mercato immobiliare
è un settore che accresce il proprio valore rapidamente, tanto che
adesso Daniel Elow Kihlgren possiede un patrimonio immobiliare con un
valore pari al doppio di quello d’acquisto. Il progetto di Albergo
Diffuso nasce quindi da una filosofia di fondo: creare uno sviluppo ed
un rinnovamento del borgo e del suo territorio.
Protagonista e ideatore di questa rinascita è lo
stesso Daniel Elow Kihlgren, un giovane imprenditore che venne a
conoscenza del luogo durante una gita in motocicletta, rimase colpito
dal fascino del borgo e comprese subito le potenzialità turistiche di S.
Stefano di Sessanio, tanto da scommettere su questo progetto. Per prima
cosa, Kihlgren fondò la società “Sextantio S.r.l.”, attraverso la quale
riuscì ad acquisire un patrimonio immobiliare di circa 3500mq,
all’interno del centro storico di S. Stefano di Sessanio, comprendente
alcuni dei più significativi edifici del borgo ed un’area a ridosso
delle case-mura. Lo scopo del progetto è quello di creare:
L’Albergo Diffuso all’interno del borgo, usando gli
edifici acquistati come strutture ricettive;
- Una cantina di prodotti enogastronomici
tipici;
- Una locanda basata su una cucina locale;
- Servizi per il turismo e le attività connesse,
come una sala conferenze, luoghi per incontri, un centro benessere e
un centro escursioni.
Ogni intervento è stato studiato con grandissima
cura e attenzione, effettuando sugli immobili un restauro di tipo
conservativo, coinvolgendo studiosi di varie discipline e un team
preparato e dinamico per lo sviluppo del progetto. Tutto ciò supportato
dalla consapevolezza e dall’obiettivo di mantenere le caratteristiche di
integrità architettonica degli immobili, per non cadere nel tranello
della “commercializzazione turistica”, ovvero banalizzare le bellezze
storiche di un borgo con l’unico scopo di trarre ricavi, rischiando di
infangare l’identità del luogo trasformando la tradizione in standard
turistici.
A questo scopo, la società “Sextantio S.r.l.”, per
rispettare l’autenticità dei luoghi e promuovere il turismo, ha
stipulato accordi con i due enti responsabili della tutela del
territorio: il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga ed
il Comune di Santo Stefano di Sessanio. Questi accordi sono stati
formalizzati attraverso la “Carta dei Valori per Santo Stefano di
Sessanio”:
“[…]documento che entra nel merito della tutela
dei vari patrimoni riconducibili al concetto intuitivo di “autenticità”
e di “identità autoctona”, come presupposto di base della progettazione
di queste aree”[6].
Ovviamente, la nascita di questo progetto ha
comportato una serie di studi, effettuati con l’aiuto di istituzioni di
ricerca quali l’Università D’annunzio, lo studio associato Di Zio – Di
Clemente, il Museo delle Genti d’Abruzzo e i rappresentanti più
significativi della regione. La conoscenza delle destinazioni d’uso
originarie di ogni singolo vano prima dello spopolamento del luogo,
identificata con un’accurata opera di indagine in sito, tramite indagini
storiche di archivio e tramite la memoria storica degli anziani, è stato
impegno propedeutico e motivo ispiratore per ogni ipotesi di
ridestinazione che, dove possibile, conserverà quella originaria.
Il restauro avverrà con elementi di recupero
autentici e secolari, seguendo le definite caratteristiche stilistiche e
tipologiche; inoltre il cantiere, a contatto con siti di particolare
interesse storico-architettonico, sarà soggetto alla supervisione di un
archeologo specializzato in archeologia medioevale. Per questo progetto
sono state condotte ricerche sugli interni delle case abruzzesi mediante
fonti degli archivi fotografici: oltre alla riproposizione accurata
degli arredi interni autoctoni e la riproposizione in quasi tutte le
stanze da letto e negli spazi d’uso conviviale di camini secolari, è
stata una scelta imprescindibile per le stesse ragioni di tutela
architettonica, l’uso di tecniche avanzate, per la prima volta
utilizzate nel restauro di un borgo storico, quali l’impiego di un
sistema di ultima generazione di teleriscaldamento e telegestione con
impianto radiante sottopavimento per non compromettere l’integrità
stilistica degli immobili e per la contemporanea esaltazione del confort
degli ambienti. La distribuzione dell’impianto elettrico con un sistema
di segnale a bassa tensione, evita la presenza diffusa degli elementi
costitutivi degli impianti comunemente utilizzati, sempre al fine di non
compromettere l’integrità degli spazi e con l’ulteriore obiettivo di
ridurre i campi elettromagnetici a vantaggio di una qualità ambientale.
Ogni stanza sarà dotata di rete internet ed intranet in modo discreto e
non direttamente visibile in ambienti che manterranno l’ascetico rigore
degli arredamenti tradizionali dell’arte povera della montagna
abruzzese.
L’Albergo Diffuso “Sextantio” ha sede nel “Palazzo
delle Logge”, un edificio in stile rinascimentale, collocato in
posizione centrale sulla Piazza del borgo e sulla Porta Medicea. Il
palazzo ospita sei camere molto ampie (25mq) per un totale di dodici
posti letto, dotate di camino, bagno, una sala conviviale per la lettura
ed una per la colazione.
La tecnologia è protagonista presente ma
impercettibile: l’impianto di riscaldamento è del tipo a pavimento
radiante con sistema di teleriscaldamento, ogni ambiente risulta
monitorato e gestito remoto con la più avanzata tecnologia di
telegestione. Di tutto il sistema non vi è alcun segno visibile.
L’energia elettrica è gestita da una tecnologia con segnale a bassa
tensione che consente di evitare inutili campi magnetici all’interno
delle camere. Tale tecnologia ha consentito di evitare ogni forma di
interruttore a vista, rimandando la gestione di tutto ad un piccolo
telecomando portatile attraverso il quale l’utente è in condizione di
attivare qualunque utenza: luci, rete intranet, internet, utenze ecc.,
mentre il gestore remoto, è in grado di monitorare costantemente il
corretto funzionamento di ogni utenza e di modificarne se necessario la
condizione.
Un unico immobile che ospita delle attività molto
diverse da quelle che si svolgevano nell’antichità è la “Sala Incontri”;
essa ha subito degli ammodernamenti per renderla idonea a convegni,
manifestazioni artistiche e culturali e ricevimenti. Malgrado la
dotazione delle tecnologie più avanzate, la Sala ha conservato gli
elementi architettonici originali, gli intonaci originali con le tracce
diffuse della fuliggine depositata, come per testimoniare la miseria
degli ultimi abitanti dell’immobile prima dello spopolamento del borgo.
La “Locanda Sotto gli Archi”, è il ristorante
tipico di Santo Stefano di Sessanio; è collocata nel centro storico del
borgo, rispettando il patrimonio storico-artistico dell’edificio ed
abbracciando la gastronomia locale. Il vano del ristorante ha subito
un’opera di restauro in ottica severamente conservativa per riportarlo
alle caratteristiche architettoniche originarie: il tentativo di
recuperare l’autenticità del luogo è stato perseguito con ogni mezzo
rimuovendo le stratificazioni estranee all’impianto, reintegrando le
componenti mancanti con elementi analoghi di recupero locale,
restaurando le parti più delicate e degradate e utilizzando in modo
estremo ed impercettibile la tecnologia più avanzata per la dotazione
dell’impiantistica necessaria.
Restando in tema di gastronomia, altro obiettivo di
rivalutazione questa volta gastronomica, che sta portando avanti
Kihlgren, è il rilancio della lenticchia di S. Stefano di Sessanio: è il
simbolo della cucina del paese, viene coltivata biologicamente ed
appartiene ad una qualità rara ed antica che cresce nei terreni aridi di
alta montagna.
Nella destinazione si svolgono inoltre molti eventi
caratteristici; con molto successo ogni anno si ripropone: la Sagra
delle Lenticchie, con stand gastronomici e spettacoli musicali; Estate
nel Borgo, una mostra mercato di prodotti tipici, con scene di vita
medievale, cortei in costume, artigiani, vecchi mestieri e artisti di
strada; il Palio del Parco, una giostra cavalleresca; Natale nel Borgo,
una mostra mercato con l’allestimento di un presepe d’altri tempi nelle
vie e nelle piazze del borgo.
La destinazione è riuscita molto bene nell’opera di
destagionalizzazione e di diversificazione dell’offerta, sebbene i
lavori di riqualificazione edilizia siano iniziati nel 2002, possiamo
affermare che sono state due azioni concomitanti.
L’Albergo Diffuso è presente nel Palazzo delle
Logge da dicembre 2005 ma sono già stati completati i lavori in altri
palazzi storici del borgo destinati ad ospitare altre quaranta camere.
Il numero totale delle camere, secondo le ultime
previsioni, si aggira intorno alle 70-75 camere.
L’inizio dell’attività di Albergo Diffuso è
relativamente recente, infatti l’albergo è in funzione da agosto 2004,
quando la prima struttura è stata completata, ed è sempre stato
“completo” con una richiesta in crescita. I prezzi, si parte da un
minimo di 60 euro ad un massimo di 280 euro a persona, sono stabiliti in
relazione a strutture che operano nel mercato delle dimore storiche,
puntando ad un target di clientela medio alto: un viaggiatore colto,
attento a vivere nuove esperienze in un ambiente naturalistico e
artistico di alto livello qualitativo. La gestione dell’Albergo Diffuso
è affidata alla Sextantio s.r.l., che si occupa anche delle azioni di
prenotazione e promozione.
I canali promozionali utilizzati per pubblicizzare
l’attività, oltre a quelli tradizionali, sono quelli legati alla
presenza di un Sito Web funzionale ed aggiornato ed alle interviste
rilasciate ai mezzi di comunicazione più autorevoli, soprattutto
all’estero (il Financial Times, ha dedicato un articolo al progetto di
Santo Stefano di Sessanio).
Le attività descritte precedentemente, il
ristorante di cucina tradizionale, la sala incontri e le botteghe
artigianali di tessitura ed oreficeria, hanno preso vita e restituiscono
al paese l’immagine di vitalità e di identità autoctona.
S. Stefano di Sessanio, per la realizzazione del
suo Albergo Diffuso, non ha usufruito di alcun tipo di finanziamento:
solo l’opera di scavo del terreno per il passaggio della fibra ottica è
costato circa 100 mila euro. Per il resto, non si possono ottenere delle
informazioni dettagliate circa le ulteriori azioni di recupero, perché
ancora non esiste un consuntivo, visto che i lavori non sono ancora
terminati: tra quelli in atto c’è, infatti, la creazione di un centro
relax, di cui è stato effettuato inizialmente solo il risanamento delle
pareti e del tetto, che era crollato e la cui esecuzione momentaneamente
è stata sospesa sia per l’eccessivo costo che bisognava sostenere, sia
perché al momento ci sono delle azioni di recupero di maggiore
importanza da intraprendere. Nei progetti futuri di Kihlgren ci sono
ancora un centro escursioni, un’enoteca ed altre botteghe artigianali di
mestieri e prodotti enogastronomici.
CAPITOLO II
LO STUDIO DEL PRODOTTO TERRITORIO E LA CONCRETIZZAZIONE DEL “DESTINATION
MANAGEMENT”
2.1 L’analisi del ciclo di vita della destinazione e il relativo
posizionamento strategico
La destinazione oggetto d’esame ha avuto un
graduale sviluppo turistico. In poco meno di 10 anni sono state create
strutture e infrastrutture fondamentali per poter porre le basi di una
primordiale forma di turismo. In seguito, grazie ad alcuni operatori
locali che hanno saputo sfruttare le opportunità che offre la
destinazione e grazie anche a diversi stakeholders esterni, ovvero a
gente in cerca di un luogo e di un modo in cui poter investire il
proprio denaro, il territorio è stato oggetto di una rinascita lenta ma
evidente. Ovviamente è necessaria una pianificazione politica comunale
che permetta uno sviluppo duraturo dal punto di vista economico ed un
sicuro miglioramento della qualità della vita attraverso la formazione
di una strategia che ripensi al territorio nella sua totalità e
complessità. Infatti, un’azione che non cerchi di creare un valore
aggiunto territoriale risulta essere fine a se stessa e non realizza, in
definitiva, delle valide opportunità di sviluppo: è quanto fa osservare
Alberto Clementi in un recente contributo che analizza le politiche
territoriali in Italia. Nel progettare delle strategie di gestione del
territorio, spiega Clementi, “occorre cercare di creare valori aggiunti
territoriali che connettano tra loro i sistemi locali di sviluppo
facilitando l’accesso a livelli organizzativi e tecnologici più elevati.
Questa strategia appare particolarmente utile per valorizzare economie
vocazionali connesse al turismo e alla fruizione del paesaggio, dei beni
archeologici e culturali, delle produzioni tipiche locali che hanno
bisogno di raggiungere una massa critica per poter generare ricadute
significative per lo sviluppo locale(…)”[7].
Tuttavia, nonostante d’estate il luogo accolga un
picco di circa 8 mila presenze, nella bassa stagione non accoglie molti
turisti, poiché non vi è occasione di destagionalizzare l’offerta, che
per adesso resta vincolata ad una destinazione di sole&mare. Possiamo
affermare, dunque, che nel territorio forzese esistono molteplici e
valide possibilità di miglioramento e sviluppo; per sfruttarle appieno è
necessario stabilire la realizzazione di un sistema di valorizzazione
integrato che non si limiti a sfruttare le singole potenzialità
emergenti nel territorio, ma crei fra esse una struttura di
collegamento, che porti ad una concreta riqualificazione del paesaggio.
GRAFICO SEQ
"Grafico" \*Arabic 4
Fonte: Modello di Butler
Analizzando l’offerta turistica precedentemente
attenzionata, la fase del ciclo di vita in cui si può inserire il
livello di sviluppo turistico della destinazione è proprio quello
indicato nel Modello di Butler[8],
ovvero il coinvolgimento, momento in cui la gente del luogo cerca di
essere l’attore principale sulla scena turistica, realizzando le
strutture essenziali e offendo i servizi necessari per avviare non solo
una crescita sociale ma anche economica, concorrendo al miglioramento
qualitativo e all’inserimento della destinazione nel “circuito
turistico”, tenendo soprattutto in considerazione i bisogni del turista,
la sua domanda, i suoi desideri cercando di assecondarli nel creare un
ponte tra le potenzialità del luogo e le loro possibilità. Il
coinvolgimento è una fase in cui si riscontra, in termini economici, un
lieve aumento del reddito e dell’occupazione tra gli abitanti, mentre
tra i benefici sociali rientra lo scambio culturale tra turisti e gente
del luogo. I benefici ambientali consistono, invece, nella
consapevolezza delle proprie risorse culturali e ambientali, e nella
volontà di renderle fruibili e comunicabili. Si possono menzionare anche
dei costi, che non riguardano l’ambito sociale né quello ambientale,
bensì l’ambito economico: ovviamente si registra un lieve aumento di
questi ultimi per le iniziative di sviluppo che sono state intraprese.
Il posizionamento strategico è stato effettuato
analizzando la densità turistica e la turisticità complessiva del centro
storico di Forza d’Agrò, e successivamente quella dei restanti paesi
della Valle d’Agrò, Taormina e Letojanni. Il secondo grafico, infatti,
analizza un totale di 7 destinazioni, tre delle quali sono state
accorpate dall’A.A.P.I.T. per ciò che riguarda l’analisi degli arrivi e
delle presenze, e in questo caso sono rappresentate da Savoca, S.Teresa
e Antillo; mentre Limina e Roccafiorita, gli altri paesi della Valle,
non sono stati inclusi nello studio perché, secondo le informazioni
fornite dall’Azienda Provinciale per l’Incremento Turistico, ancora non
posseggono alcuna struttura ricettiva.
5
POSIZIONAMENTO DEL CENTRO STORICO DI FORZA D’AGRÒ – ANNO 2006
GRAFICO SEQ
"Grafico" \*Arabic 6 POSIZIONAMENTO TRA I PAESI DELLA VALLE D’AGRÒ,
LETOJANNI E TAORMINA – ANNO 2006
Per questo tipo di analisi, si tengono in considerazione tre variabili:
la densità turistica, data dal rapporto tra i posti letto e la
superficie in kmq, la turisticità complessiva, determinata con le
presenze del 2006 in rapporto alla popolazione residente e la categoria
qualitativa. Per la determinazione quest’ultima, si analizzano tutte le
strutture ricettive delle destinazioni, e si prende in considerazione la
maggioranza di quelle appartenenti alla stessa classe qualitativa. È
quest’ultima che determina la dimensione delle singole bolle.
Forza d’Agrò, la cui analisi ha riguardato
eclusivamente le strutture ricettive del centro storico, ovvero l’unico
hotel presente nel paese, che conta circa 22 posti letto e i due B&B,
che insieme ne contano un totale di circa 12, con i suoi indici (3,4;
7,38) si piazza in un buon punto nello scenario turistico, tenendo in
considerazione sia la qualità delle sue strutture (2 stelle), sia il
fatto che è una destinazione in fase iniziale di sviluppo turistico.
Dal secondo grafico invece, si deduce come Taormina
possegga la densità turistica e la turisticità complessiva più alte fra
tutte quelle analizzate, mentre le destinazioni con i più bassi indici
sono Furci (5; 2) ma ancora di più le tre realtà unificate: Savoca,
S.Teresa e Antillo fanno registrare insieme 6,55 di densità turistica e
0,11 di turisticità complessiva, questo perché sono dotate di poche
strutture ricettive e sono considerate destinazioni di seconde case.
All’opposto, discreta posizione ricoprono nello scenario turistico
Letojanni e S.Alessio, che si collocano subito dopo Taormina per i
consistenti risultati che fanno segnare, in quanto sono da sempre due
note località marittime che si distinguono nei mesi estivi per
l’eccessivo affollamento di turisti, soprattutto catanesi che passano le
vacanze nelle loro seconde case. Infine la categoria qualitativa a cui
appartengono la maggior parte degli hotel a Savoca, S.Teresa e Antillo è
a due stelle, ultimo posto, invece, ricoperto da Furci, che ha un solo
hotel a 2 stelle e qualche pensione o locanda a una stella.
Esaminando le dinamiche turistiche, si osserva una
forte disomogeneità nella Valle d’Agrò, tra comuni costieri e quelli
dell’entroterra, che restano marginalizzati rispetto ai flussi turistici
di tipo “balneare”, tanto che si riscontra la quasi totale assenza di
strutture ricettive nei comuni interni, con la sola eccezione di Forza
d’Agrò[9].
La situazione che troviamo, dunque, è quella
fotografata da Alberto Magnaghi, con spazi costieri “funzionalizzati al
tempo libero del produttore massificato: l’industria di massa della
vacanza che ha occupato gli spazi costieri con allineamenti litoranei
continui (conurbazioni lineari) che hanno praticamente occluso scogliere
e coste, impoverendo e degradando i paesaggi collinari dell’entroterra”[10].
2.2 S.W.O.T. Analysis: punti di forza, debolezza, opportunità e minacce.
La destinazione oggetto d’esame è inserita in un
contesto territoriale di cui bisogna tenere conto poiché questo
influisce sia direttamente che indirettamente sulla conformazione
turistico-economica.
La S.W.O.T. Analysis (acronimo di Strenghts,
Weakness, Opportunity and Treaths) è una delle
forme più diffuse di indagine e funge da supporto alla definizione di
strategie d’azione in contesti caratterizzati da incertezza e forte
competitività. Il suo utilizzo è stato ampiamente favorito dalle
politiche comunitarie sia per la determinazione di scelte di intervento
pubblico sia per analizzare scenari alternativi di sviluppo[11].
In ambito territoriale, è un metodo di analisi finalizzato ad
individuare tutti i possibili aspetti che possono favorire o
frenare lo sviluppo, in senso sostenibile, del contesto territoriale
stesso e a fornire scenari di sviluppo alternativi al tradizionale: si
analizzano così i punti di forza, debolezza, opportunità e minacce. I
primi due rappresentano fattori interni al contesto, e possono essere
modificati attraverso delle azioni programmate, mentre le opportunità e
le minacce sono esterne al contesto e devono essere prese in
considerazione e studiate senza poterle variare.
I punti di forza si riassumono in:
-
La “Sicilianità” emerge come marchio che favorisce l’appetibilità
del luogo, conferendo valore ai suoi prodotti, spesso inseriti in un
mondo che omologa immagini, valori e usanze;
-
La posizione geografica collinare e la sua conformazione
paesaggistica permette la permanenza di turisti interessati sia al
turismo balneare che al turismo naturalistico, oltre che al turismo
montano;
-
Graduale crescita dei flussi turistici nel luogo e discreta
dinamicità del piccolo sistema turistico;
-
Presenza di prodotti artigianali ed enogastronomici di qualità, una
cucina essenzialmente agricola e marinara;
-
Presenza di un patrimonio storico-culturale e architettonico di gran
rilievo;
-
Svolgimento di eventi (religiosi e non) di grande interesse
sociale, ma i quali non si sono ancora trasformati in fattore di
destagionalizzazione;
-
Presenza di risorse naturali e ambientali non irrilevanti;
I fattori di debolezza che si possono menzionare
per ciò che riguarda la destinazione sono:
-
Basso livello di cooperazione e scarsa integrazione produttiva tra
PMI;
-
Mancanza di una forte integrazione tra politiche attive per il
lavoro ed interventi di sviluppo locale a sostegno del sistema di
PMI;
-
Completa mancanza di una legge regionale che disciplini questa nuova
formula di ospitalità e che ne garantisca l’autenticità e
l’originalità;
-
Presenza insoddisfacente di una rete di trasporti pubblici che
colleghi il luogo con Taormina, l’Etna, Messina o Catania;
-
Totale mancanza di un centro informazioni per turisti, anche
automatizzato;
-
Assenza di strutture e infrastrutture di supporto all’attività
turistica, che possano diversificare la permanenza del turista;
-
Mancanza di un sistema segnaletico che indichi i luoghi da visitare
e che permetta al turista di muoversi all’interno del paese;
-
Assenza di una “legge quadro” regionale in materia turistica,
nonostante diversi disegni di legge siano stati presentati nelle
varie legislature;
-
Persistente carenza di un adeguato livello di destagionalizzazione
dei flussi turistici;
È possibile inoltre elencare le opportunità che il
luogo possiede e che gli attori interessati potrebbero sfruttare per il
miglioramento dell’area:
-
Estrema vicinanza con destinazioni d’interesse internazionale come
Taormina e l’Etna;
-
Presenza di radici storiche che legano il luogo con i limitrofi
paesi della Valle d’Agrò e che danno vita ad un mosaico di culture e
tradizioni;
-
Iniziale vocazione del paese alla produzione di energia da fonti
rinnovabili (soprattutto solare);
-
Elevate quote di patrimonio naturale e culturale ancora da
valorizzare;
-
Crescita della domanda di prodotti tipici locali, sviluppo di una
forma di turismo che privilegia la piccola realtà;
-
Tradizioni popolari e folkloristiche da valorizzare come possibili
attrattori turistici;
-
Da considerare è inoltre la presenza di un antico convento, da
qualche anno ristrutturato, da poter adibire a sala congressi con
circa 150 posti e luogo d’esposizione per opere d’arte. Grazie al
suo immenso chiostro, è stato inoltre utilizzato per ricevimenti
matrimoniali, organizzati tramite catering;
Tra le tante minacce allo sviluppo turistico si può
indicare:
-
Degrado e perdita di porzioni del patrimonio ambientale e culturale;
-
Migrazione del capitale umano specializzato;
-
Eventuale perdita di quote di mercato a causa della competizione da
parte dei paesi del Sud-Est asiatico e dei paesi dell’Europa
dell’Est caratterizzati da un significativo vantaggio competitivo in
termini di costo del lavoro;
-
Forte pressione competitiva dei Paesi mediterranei (Spagna, Francia,
Grecia, e i Paesi del Nord Africa) nel settore turistico, agricolo e
della pesca;
-
Significativa dipendenza del sistema produttivo dalla domanda
pubblica;
-
Persistente carenza di sostenibilità finanziaria di iniziative che
prevedono l’erogazione di servizi;
-
Poca aderenza dell’azione della P.A. al contesto socio-economico
locale e provinciale.
Bisogna considerare quindi, come punto di partenza per una valida e
concreta opera di riqualificazione, che Forza d’Agrò è una destinazione
da valorizzare nella sua interezza: non si può renderla fruibile e
comunicabile se non la si considera nel suo complesso di risorse, dove
una è complementare e inscindibile dall’altra.
2.3 La determinazione del Target Market.
La destinazione oggi costituisce un prodotto
complesso perché presenta tutte le opzioni turistiche possibili, dai
turismi tradizionali (sole, mare, monti, cultura), a quelli più nuovi e
“alternativi” (ambiente, avventura, enogastronomia). Ogni opzione è
caratterizzata per proprie regole di mercato in rapporto ai target di
clientela ai quali è destinata, con la necessità di impostare azioni
promozionali differenziate e mirate. La singolarità e varietà del
paesaggio, la ricchezza del patrimonio storico-culturale, le condizioni
climatiche favorevoli, il folklore, il calore degli abitanti del luogo e
i sapori tipici stanno alla base dell’offerta turistica della
destinazione. Oggi si va alla ricerca di una vacanza “soft”,
caratterizzata da una crescente quota di turisti interessati al recupero
di un rapporto più diretto con la cultura, la natura e la gente, in
contesti di eco-compatibilità e non banalizzati da modelli di consumo
urbani. Si tratta di un turismo fortemente radicato nel territorio, che
fa perno sulla microimpresa e che tende a valorizzare il patrimonio
culturale e naturalistico non solo dei grandi centri ma anche dei
piccoli. Un turismo legato alle relazioni umane con un rapporto
immediato e diretto tra chi offre il servizio e chi ne gode. Così il
segmento di cui Forza d’Agrò è solitamente meta, in linee generali, è
quello familiare, proveniente di solito dal nord Italia, dall’estero o
anche da oltre oceano, che rientra per trovare i parenti. Tra i turisti
è presente anche il settore “giovane”, legato al luogo dalla propria
infanzia e in cui ritorna solo per qualche mese, giusto il tempo di
ritrovare un po’ di pace e tranquillità, oltre che i propri amici e
familiari. Tuttavia anche gli stranieri, soprattutto quelli del nord
Europa, rimangono affascinati dalle peculiarità del luogo e alcuni
finiscono addirittura col comprare qualche casa abbandonata per
ristrutturarla ad uso personale o da affittare. Tuttavia, poiché questo
progetto prevede la realizzazione di un’opera che ha come punto di
partenza l’abbandono dei luoghi comuni (di cui spesso e soprattutto i
giovani vanno alla ricerca) e la creazione di una struttura che faccia
immergere nella quiete reale del luogo, creando così un indotto per un
turismo di nicchia, il segmento di mercato più diretto è quello che
cerca il contatto con il territorio, con i suoi abitanti, con la sua
storia e con le sue tradizioni e possiamo identificarlo con il
viaggiatore individuale che va alla ricerca di nuove mete o con lo
straniero attirato dalla vicinanza di Taormina e dell’Etna. Così i
territori con esigenze di ridestinazione più attenti all’ambiente e alle
richieste di nicchia, stanno puntando parecchio sulla terza via del
turismo sostenibile: l’Albergo Diffuso. Una nuova forma di ricettività
turistica, basata sull’opportunità di realizzare nuove strutture
alberghiere, senza costruire nuovi immobili, ma utilizzando edifici già
esistenti, un’alternativa che mette insieme le comodità di un albergo e
la possibilità di scegliere la casa in cui abitare, inseriti in un
contesto particolare, che consente di instaurare un profondo legame con
l’eno-gastronomia, la cultura, le usanze e le consuetudini che rendono
unica e originale ogni singola destinazione, includendo nel progetto
interventi volti alla conservazione integrale del patrimonio
storico-architettonico.
L’Albergo Diffuso può essere definito come un albergo orizzontale,
situato in un centro storico, con camere e servizi dislocati in edifici
diversi, distanti fra loro non più di 200 metri. Questa è una
caratteristica peculiare: i clienti, infatti devono essere in grado di
spostarsi in pochissimi minuti e con qualunque condizione meteorologica.
Anche i prezzi sono decisamente inferiori rispetto alla media del
settore: mediamente si va dai 40-50 euro per una camera doppia, o un
appartamento per due persone, ai 100-150 euro per strutture più
sofisticate. L’ospite non è un turista, ma un “residente temporaneo” che
vive nel borgo tra i suoi abitanti, e non nel tipico albergo verticale,
simile quasi ad un condominio. Quanto alle località dove sorgono gli
Alberghi Diffusi, circa il 33% ha un numero di abitanti compreso fra
1000 e 5000, mentre nel 30% dei casi si tratta di piccole realtà, con un
numero di abitanti al di sotto delle 500 unità. Per ciò che riguarda la
domanda, i trend del momento trovano il loro naturale corrispondente in
un bisogno interpretato come “inedito” e “autentico”. Ormai è fuori moda
l’immagine del turista che desidera andare nelle solite destinazioni
must, per le solite vacanze stereotipate. L’utente acquista non più
un servizio, un prodotto o un pacchetto, ma un vero e proprio stile di
vita.
CAPITOLO III
IPOTESI DI REALIZZAZIONE DI UN ALBERGO DIFFUSO A FORZA D’AGRÒ
3.1 Gli obiettivi e le strategie da attuare per la realizzazione
dell’Albergo Diffuso.
Philip Kotler[12],
il maggior esperto di marketing al mondo, sostiene che gli obiettivi che
una qualsiasi attività si pone devono sempre essere quantificabili,
devono essere riferiti ad un preciso periodo di tempo, essere realistici
e avere credibilità.
Il piano prevede così la fissazione degli obiettivi
e l’analisi delle strategie: quello che si propone è la realizzazione di
un Albergo Diffuso che si è rivelato particolarmente adatto per
valorizzare borghi e paesi con centri
storici di interesse artistico
ed architettonico. In tal modo si possono recuperare
vecchi edifici chiusi e abbandonati evitando i problemi di ricettività
turistica con nuove costruzioni: è una concreta possibilità di rilancio
della vita e dell'economia dei piccoli centri e borghi. L’approccio
utilizzato per l’analisi è quello della Resource Based View (RBV) che ha
permesso di individuare quelle risorse strategiche su cui costruire un
vantaggio competitivo sostenibile. In particolare l’attenzione si è
focalizzata sull’interconnessione tra risorse e località e tra le
risorse stesse affinché il prodotto generato, l’Albergo Diffuso, fosse
coerente con la vocazione dell’area. Secondo la RBV, la generazione del
vantaggio competitivo sostenibile deve fondarsi sulle risorse
strategiche che per essere tali devono essere: in grado di generare
valore (V), rare (R), inimitabili (I) e utilizzabili all’interno
dell’organizzazione (O).
In particolare l’Albergo Diffuso consiste in una
struttura ricettiva unitaria le cui componenti sono dislocate in
immobili diversi, localizzati in uno o più nuclei di uno stesso comune o
di comuni limitrofi e raccordati tramite una struttura a rete che fa
riferimento ad una unità centrale:
-
adibita a fungere da reception;
-
adibita ad accogliere il cliente per fornire materiali e
informazioni sul territorio, sul paese, sugli itinerari
programmabili;
-
nell’ambito del quale si svolgono le operazioni tecniche di
accoglienza ovvero consegna delle chiavi, registrazione dei
documenti, regolarizzazione del conto.
Le caratteristiche dell’Albergo Diffuso sono:
-
Presenza di una reception centrale;
-
Uniformità delle caratteristiche architettoniche degli immobili;
-
Uniformità di standard nell’offerta di servizi alberghieri: pulizia
delle stanze, cambio della biancheria, presenza di spazi comuni per
tutti gli ospiti (ristorante, bar, sala riunioni ecc.);
-
Distanze contenute delle singole abitazioni sia fra di esse che
dalla reception;
-
Possibilità di sentirsi parte della comunità locale presso cui si è
in visita;
-
Possibilità di accedere a strutture ricreative e culturali presenti
sul territorio nel caso in cui vengano attivate convenzioni con gli
enti locali;
-
Deve essere in grado di offrire al cliente i servizi tipici di un
albergo, mettendo a disposizione del cliente camere e/o
miniappartamenti dislocati sul territorio.
I requisiti di base che il territorio deve
possedere perché si possano attuare le relative strategie di
miglioramento, sono:
-
Esistenza di un contesto di interesse storico e/o culturale;
-
Disponibilità di edifici non abitati all’interno del paese o a breve
distanza da esso;
-
Possibilità di localizzare le strutture per l’accoglienza in
posizione centrale rispetto alle camere, e comunque vicine e
facilmente accessibili;
-
Segnaletica che permetta ai turisti di muoversi agevolmente nel
centro storico e nei dintorni;
-
Presenza di una comunità ospitante, con un spirito di appartenenza e
cultura di accoglienza;
-
Esistenza di iniziative ed eventi organizzati da Enti ed
Associazioni volontarie interessate alla salvaguardia ed alla
valorizzazione della località;
-
Presenza di tradizioni e tipicità (culturali, gastronomiche) da
valorizzare;
-
Interesse da parte di operatori a sperimentare forme di
gestione coerenti con il progetto.
Secondo la nostra legislazione: si definisce
“Albergo Diffuso” una struttura costituita da almeno tre unità abitative
dislocate in uno o più stabili separati, integrati fra loro da servizi
centralizzati quali ufficio di ricevimento, sala ad uso comune,
eventualmente ristorante-bar, allocati in un unico stabile. Per quanto
riguarda i progetti di ospitalità diffusa, attualmente ne sono stati
certificati circa 60[13]
in tutta l’Italia, ma sono almeno 120 i comuni che si stanno
interessando a questo progetto.
Di recente, durante il secondo convegno nazionale
tenutosi a Cagliari sull’Albergo Diffuso, la relazione del Prof.
Giancarlo Dall’Ara ha fatto il punto sul fenomeno in Italia, “presente
in 12 regioni del paese, classificato da tre regioni (Sardegna, Friuli e
Marche), previsto da altre 4 (Campania, Lazio, Umbria, Liguria) e
riconosciuto di fatto anche in Molise, Abruzzo e in Puglia. Ma l’Albergo
Diffuso non è riconosciuto solo dalle Regioni: il termine ha fatto
l’ingresso ufficiale nella lingua italiana e figura anche nell’ultima
edizione del dizionario Zanichelli. Infine questo è soprattutto
riconosciuto dal mercato: oltre il 90% degli Alberghi Diffusi in Italia
ha apertura annuale, ha cioè clienti tutto l’anno”[14].
Tra gli obblighi per l’attuazione di tale progetto,
vi sono quelli di rispettare tutte le condizioni e disposizioni
contenute nel Complemento di Programmazione regionale (documento
attuativo del POR) e nei regolamenti comunitari relativi ai Fondi
strutturali ed in particolare nel Regolamento (CE) n. 1145/2003,
abrogativo del Regolamento (CE) n. 1685/2000 per quanto riguarda le
norme di ammissibilità al cofinanziamento da parte dei Fondi
strutturali.
La strategia di attuazione di questo obiettivo
prevede, in primo luogo, la definizione della mission: le sue
caratteristiche devono essere la chiarezza, la realizzabilità, la sua
validità, ma anche il suo essere motivante, in modo da innescare negli
attori presenti, un circolo vizioso che ne faciliti la messa in atto. La
definizione della missione costituisce un processo lungo e delicato,
perché una volta che essa è stabilita, non può essere modificata. Gli
obiettivi da definire mirano alla quantificazione del tetto massimo,
superato il quale si potrebbero creare problemi di compatibilità
ambientale. È necessario pianificare inoltre gli investimenti e fissare
il target al quale si intende rivolgersi, senza perdere di vista il
fatto che una destinazione turistica è un sistema composto da una
molteplicità di attori. Stabiliti gli obiettivi e gli scopi, si può
passare al programma d’azione, che ha come finalità quella di rafforzare
la competitività della destinazione turistica. Alcune strategie da
attuare sono: la concertazione pubblico-privato per la gestione
integrata del territorio e l’attuazione del metamanagement, che prevede
una stretta collaborazione tra i soggetti interessati e crea un ambito
di lavoro con obiettivi condivisi, caratterizzato da un clima di fiducia
e cooperazione e che coinvolge anche la popolazione. In un secondo
momento invece, per quanto riguarda l’azione promozionale, si deciderà
di avviare la promo-commercializzazione, che è una forma di gestione
integrata dell’attività promozionale che viene portata avanti da Enti
pubblici in collaborazione con soggetti privati, con la quale si
realizza una forma più incisiva di promozione territoriale basata sulla
sinergia integrata tra attori pubblici e privati ed espressione di un
territorio turisticamente rilevante. Ovviamente la pianificazione
strategica riguarderà anche la diversificazione dell’offerta e punterà
alla creazione di percorsi eno-gastronomici e culturali che inseriscano
il visitatore nel contesto locale a contatto con le tradizioni e la
gente del luogo.
FIG. 4
Fonte: Arch. Stracuzzi, Uff. Tecnico, Comune di Forza d’Agrò
La
realizzazione del seguente progetto è prevista nell’area in rosso sopra
indicata, che corrisponde al centro storico di Forza d’Agrò e in cui
sono presenti molte case in stato di semi abbandono, alcune delle quali
sono state acquistate da uno svizzero e attualmente vengono riaperte e
utilizzate solo una volta l’anno, in occasione della rappresentazione
del presepe vivente, che inscenato in quel contesto, sembra essere molto
realistico, proprio per le case in pietra, i solai e gli infissi lignei,
per le stradine a basole di pietra, che fanno tornare indietro nel
tempo.
Osservando più in particolare, l’area d’azione è
rappresentata dalle 18 case colorate in rosso, mentre quella colorata
in blu rappresenta l’edificio da adibire ad area comune e a reception.
La loro base ricopre un’area di ca. 400 mq di terreno, mentre le stesse
strutture sono dislocate su una superficie di ca. 2.400 mq, con 5-10
metri di dislivello tra l’edificio ubicato più in alto e quello più in
basso.
I relativi progetti delle case destinate alla
riqualificazione mostrano edifici unifamiliari a pianta irregolare,
alcuni dei quali monovano, la maggior parte con angolo cottura al piano
terra e con i servizi igienici, la lavanderia, il ripostiglio e la zona
notte al primo piano. Il secondo piano, o sottotetto, è presente in soli
6 edifici, e in alcuni è adibito a stenditoio o a terrazzo. L’immobile
destinato ad area comune/reception è decentrato rispetto alla zona in
cui sono concentrate le altre case, ma è anche l'edificio più grande fra
tutti in termini di spazi e metri quadri. Esso si eleva su due piani e
ogni piano misura circa 25-30 mq: al piano terra da progetto è previsto
l'angolo cottura, ma questo può essere adibito ad area comune/hall e a
zona bar; vi è inoltre un’area di circa 12 mq che può essere finalizzata
a reception. Il primo piano da progetto è identificato come zona notte,
ma può essere destinato a ristorante anche perché ricopre un'area di
circa 20 mq. Il secondo piano è invece indicato come stenditoio, ma è
destinabile ad area comune. Grazie a ciò e al suo posizionamento
periferico è risultato l’edificio più idoneo da destinare a tale scopo,
soprattutto se si tratta di accogliere un numero limitato di persone.
Nel
caso in cui sia necessario individuare un luogo, all’interno del
contesto locale, per lo svolgimento di convegni, di mostre, di congressi
o di qualsiasi altro evento che richiami un numero maggiore di
partecipanti, si può indicare il Convento Agostiniano (ubicato ad est
del paese) che al suo interno accoglie una sala convegni di circa cento
posti, una sala mostre, una biblioteca e inoltre un chiostro dove poter
svolgere rinfreschi e ricevimenti tramite catering.
L’analisi architettonica dei singoli edifici si è
rivelata fondamentale per l’individuazione del numero di posti letto da
creare, i quali sono direttamente proporzionali alla grandezza degli
spazi: fino a 9 mq, la stanza può contenere un letto singolo, mentre
spazi da 12 a 14 metri, possono essere adibiti a camere doppie, e
ambienti ancora più grandi possono ospitare un numero maggiore di posti
letto Così, dal progetto risulta che la maggior parte degli immobili può
contenere da due a quattro posti letto, per un totale di circa 45-50
posti letto totali.
Ovviamente nell’intraprendere il restauro di quella
zona, le istanze di conservazione, già ampiamente menzionate, dovranno
quindi riguardare anche il patrimonio paesaggistico e gli svariati
elementi di archeologia del territorio, all’interno di una politica di
tutela e di promozione del territorio, in quanto proprio l’integrità e
la fusione tra contesto antropico e contesto ambientale, rappresentano
uno tra gli aspetti più caratteristici di questi luoghi. Un ulteriore
sforzo derivante dagli accordi con gli enti territoriali per definire
appropriati strumenti di tutela, si dovrà quindi collocare nel tentativo
articolato di passare dalla mera tutela ambientale ad una vera e propria
salvaguardia dell’archeologia del territorio, segni sedimentati nei
millenni che la moderna organizzazione agricola rischia di compromettere
irreversibilmente.
3.2 La descrizione degli interventi
strutturali, infrastrutturali e di comunicazione da mettere in atto.
Tra gli interventi che prevede il progetto,
riguardanti le modalità di gestione dell’Albergo Diffuso, troviamo:
-
la necessaria costituzione di una società cooperativa o di consorzi
tra i proprietari degli immobili o di una società di capitali per
assicurare una gestione unitaria del progetto, per favorire
l’accesso e l’utilizzo di risorse dedicate e per garantire il
recupero del patrimonio architettonico in modo omogeneo e integrato.
In questo caso la figura del proprietario e quella del gestore
coincidono;
-
l’affidamento della gestione a soggetti esterni: in questo caso ai
proprietari spetta una remunerazione, il cui ammontare è stabilito
secondo tre modalità:
-
in misura fissa, preventivamente stabilita da un contratto;
-
in misura proporzionale al fatturato;
-
in misura fissa, preventivamente stabilita da un contratto
proporzionalmente al fatturato.
-
proprietari/gestori e Gruppo di Azione Locale, rappresentante di un
territorio dinamico e produttivo, sottoscrivono un contratto di
associazione in partecipazione ripartendo responsabilità e ricavi.
Le attività di comunicazione e di marketing possono
essere affidate ai gestori stessi, che se ne occupano personalmente, al
GAL, oppure ad un soggetto esterno. Queste variano tra:
-
gestione di un sito Internet;
-
accordi con tour operator e agenzie di viaggio locali e non, per
l’inserimento della destinazione in pacchetti viaggio riguardanti le
zone limitrofe;
-
comunicati stampa;
-
creazione di un sito web per l’accesso multimediale al patrimonio
culturale, con rispettive brochure e cd-rom;
-
pubblicazioni su riviste, periodici e quotidiani;
-
pubblicità istituzionale.
In seguito, per una gestione in forma integrata
dell’attività promozionale, si propone la promo-commercializzazione,
attuata in collaborazione tra enti e istituzioni pubbliche e soggetti
privati: i primi provvedono alla promozione della destinazione insieme
ai soggetti privati che invece ne effettuano la commercializzazione
Le fasi propedeutiche alla realizzazione di tale
progetto prevedono:
-
censimento dei fabbricati esistenti nell’area del centro storico di
Forza d’Agrò;
-
ricognizione delle unità abitative di epoche recenti e frutto di
sconsiderate realizzazioni edilizie prive di qualunque rispetto del
contesto ambientale;
-
individuazione dei fabbricati di recente realizzazione per i quali
esiste la disponibilità all’adeguamento tipologico dell’Albergo
Diffuso.
La seconda fase preliminare molto importante a cui
devono seguire le azioni di concretizzazione del progetto, è la verifica
della vincolistica vigente sul territorio con l’individuazione dei
fabbricati censiti al fine di definire i termini della cantierabilità di
ciascun fabbricato e programmare le fasi amministrative di intervento e
realizzazione del programma di recupero. Per tale scopo è necessario
procedere con la redazione di una scheda anagrafica dell’immobile
censito al fine di stabilire i criteri di scelta e intervento:
-
caratteristiche spaziali interne ed esterne all’immobile;
-
tipologie architettoniche presenti;
-
caratteristiche ubicazionali che ne determineranno la valutazione
per l’attribuzione del numero di stelle in base al paesaggio
circostante, ai tempi di raggiungibilità, agli elementi
architettonici decorativi, ai servizi offerti.
La scheda anagrafica dei fabbricati potrà essere
redatta sia al momento del sopralluogo che presso gli uffici comunali.
Ovviamente la collaborazione del comune rientra tra le fasi operative
auspicabili al fine dell’ottenimento di un maggiore successo
dell’iniziativa. Così facendo presso gli uffici comunali i privati
interessati potranno dare notizia in merito ai fabbricati manifestando
al tempo stesso il proprio interesse all’iniziativa. In seguito ad un
accurato screening delle schede pervenute si procederà al rilievo
fotografico e architettonico delle più rappresentative a campione su un
numero complessivo soddisfacente.
L’azione di recupero - ristrutturazione dei
fabbricati che saranno ritenuti idonei per l’Albergo Diffuso, non potrà
prescindere da determinati presupposti:
-
Recupero dei materiali originari quali pietra e legno;
-
Possibilità di adeguamento non invasivo delle superfici disponibili;
-
Integrazione ambientale con i sistemi di trasporto pubblico e
privato;
-
Utilizzo di tecniche costruttive facenti capo alla bioedilizia;
-
Uso di nuovi materiali non inquinanti e riciclabili;
-
Metodologie impiantistiche a risparmio energetico;
-
Materiali fonoassorbenti per le vie carrabili di accesso.
Per la riuscita ottimale di tale progetto, è
necessario redigere un manuale dei criteri di intervento che preveda la
compatibilità con gli strumenti urbanistici e con il regime vincolistico
delle aree del centro storico; l’intervento architettonico non può
prescindere dall’aspetto procedurale e burocratico a cui si sottopone
l’approvazione di un progetto di recupero e adeguamento di un manufatto
architettonico. A tal riguardo, si rende assolutamente necessario
l’intervento e la cooperazione di tutti gli Enti pubblici che governano
il territorio: uffici comunali, uffici tecnici provinciali,
Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, genio civile.
Per poter rendere operative tutte queste
programmazioni sarà necessario che l’Amministrazione comunale si attivi
per la approvazione di tali strumenti da parte degli organi citati, a
mezzo di conferenze dei servizi o tramite lo Sportello unico.
Il prontuario dovrà contenere inoltre i riferimenti
tipologici e tecnici da adottare circa i materiali da costruzione, la
policromia nell’uso dei materiali sia per le superfici verticali che
orizzontali interne ed esterne, la riorganizzazione degli spazi interni
ed esterni di pertinenza e la valorizzazione e il recupero funzionale
degli elementi di corredo alle unità abitative.
Inoltre fondamentale è la disponibilità della
Pubblica Amministrazione ad affrontare e superare le barriere
burocratiche nei tempi imprenditoriali richiesti per attivare tecniche
innovative di sviluppo del territorio e altrettanto importante è la
disponibilità dei privati ad aderire all’iniziativa oltre che alla
gestione della risorsa pubblica e privata per l’attivazione e il
mantenimento di reali opportunità imprenditoriali.
Tra gli interventi propedeutici da considerare per
la realizzazione di questo progetto, in sintesi, possiamo elencare:
-
sostegno a soggetti privati imprenditoriali privati per il recupero
e la ristrutturazione di fabbricati nel centro storico, da destinare
ad uso ricettivo;
-
incentivi alla PMI (anche del no profit) operanti nel comparto del
commercio, della ristorazione, dei servizi turistici, ambientali e
culturali per l’avvio di nuove attività finalizzate all’offerta di
servizi turistici soprattutto in favore del nuovo segmento di
domanda generato dalle iniziative di microricettività diffusa sul
territorio (trasporti, pulizia, gestione dei servizi comuni,
escursionismo, realizzazione di materiali promozionali, ecc.) che si
caratterizza per la ricerca di attrattive turistiche particolari e
non “di massa”, anche in raccordo con sistemi integrati prefigurati
con i PIT, quali circuito dei musei e delle aree ambientali di
elevato interesse turistico e ricreativo;
-
sostegno all’amministrazione locale per la realizzazione di progetti
di arredo urbano, per il recupero e la valorizzazione di beni
storici e naturalistici, per la predisposizione di spazi comuni da
utilizzare come luoghi di aggregazione degli ospiti;
-
formazione manageriale specifica per i neo imprenditori in campo
turistico, con una forte attività di formazione tesa alla
managerializzazione di coloro che operano nel campo dell’accoglienza
e dei servizi turistici;
-
realizzazione di una strategia mirata di promozione e
commercializzazione dell’offerta turistica reale e in particolare di
quella già presente o che si verrà a determinare a seguito dei
precedenti interventi;
-
costituzione di una rete tra tutti gli imprenditori e ulteriori
operatori del turismo, della ristorazione e dei servizi connessi,
finalizzata alla gestione in forma integrata ed unitaria
dell'offerta turistica e delle attività promozionali, commerciali e
gestionali del progetto.
3.3 Il piano degli investimenti e
la ricerca dei finanziamenti attivabili.
La pianificazione degli investimenti è parte
integrante ed essenziale del progetto: fondamentale, per una maggiore
efficacia del piano generale, è la formulazione di uno studio di
fattibilità[15],
che evidenzi la concreta realizzabilità dell’opera, i costi in termini
monetari, i benefici ottenibili, gli effetti sull’ambiente, ecc.
Tra le azioni da intraprendere (i costi ovviamente
sono approssimativi):
- miglioramento dell’accessibilità fisica
esterna, della segnaletica e introduzione di nuovi parcheggi (costo
stimato 12.500€);
- campagne informative sull’importanza della
ricettività e sul coinvolgimento della popolazione (costi relativi a
volantini, pubblicazioni su riviste e spot pubblicitari);
- ristrutturazione dei 19 edifici che concorrono
a creare l’Albergo Diffuso (tenendo in considerazione la tutela
della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina sugli immobili del
centro storico) :
- totale ristrutturazioni esterne: 122.700€;
- totale ristrutturazioni interne: 956.000€
- di cui: muratura
- intonaco e pittura
- pavimentazione
- impianti luce, acqua e gas
- servizi bagni e cucina;
- totale arredi interni dei 18 edifici:
273.300€;
- totale costo sala convegni, sala comune e
ristorante: 38.900€;
- concertazione pubblico-privato per la gestione
in forma integrata dell’offerta turistica, dell’attività
promozionale e della strategia commerciale (promo-commercializzazione);
- accordi con tour operator e agenzie di viaggio
per l’inserimento della destinazione in pacchetti che includono tour
(costi relativi alla stipula dell’accordo e alla commissione da
corrispondere);
- realizzazione e risanamento delle
infrastrutture di supporto all’attività turistica (campo di
calcetto, parco giochi, ville comunali) (costo stimato 18.500€);
- creazione di un sito web per l’accesso
multimediale al patrimonio culturale, con rispettive brochure e
cd-rom (alta priorità; costo medio stimato tra i 15.000 e i 20.000
€).
Per redigere il piano dei finanziamenti, ci si può
concentrare sia su fonti regionali sia su alcune europee. Diversi
strumenti di finanza agevolata sono elencati di seguito:
-
Misure previste dal DSR (Programmazione 2007-2013);
-
Leggi Regionali per il settore turistico;
-
Legge 488/92 per agevolare investimenti
produttivi nel settore dell’industria e dei servizi;
-
Legge 215/92. Legge per l’imprenditoria femminile;
-
Incentivi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego, in attuazione
dell’art.45, comma1, Legge 144/99;
-
Legge 44/86 incentivi per la promozione e sviluppo
dell’imprenditorialità giovanile;
-
Legge 185/2000: finanziamenti per la microimpresa;
-
Reg.(CE) 1080/2006 relativo al FESR che stabilisce la necessità di
garantire che non vi siano discriminazioni fondate sul sesso, la
razza, la religione, le tendenze sessuali nelle varie fasi di
implementazione degli interventi;
Dal POR-FESR 2007-2013 (Fondi Strutturali -
Regolamento (CE) n.1083 del 2006):
-
Asse 1.1. Reti e collegamenti per la mobilità;
-
Asse 3.1.1. Valorizzazione identità culturali e risorse
paesaggistiche e ambientali per l’attrattività e lo sviluppo; Asse
3.1.3 e Asse 3.1.6;
-
Asse 5.1.1. Sviluppo imprenditoriale e competitività di sistemi
produttivi locali e del turismo;
-
Asse 6.1.1. creare strutture e servizi per l’insediamento e lo
sviluppo di attività e servizi avanzati , anche a supporto del
sistema imprenditoriale, tramite il riuso di strutture esistenti o
forme di comodato del patrimonio immobiliare in disuso;
-
Asse 6.2.2;
- Asse 7. Rafforzare le capacità tecniche di
gestione del territorio e la capacità di amministrare.
Tra gli strumenti di finanza ordinaria troviamo:
- Mutui agevolati a lungo termine (10/20 anni);
- Leasing immobiliare agevolato con garanzia in
favore della società di leasing per il rimborso del canone mensile;
- Strumenti assicurativi;
- Attivazione di prestiti partecipativi;
- Finanziamento a medio o lungo termine a tasso
fisso o variabile assistito parzialmente, da garanzia pubblica
rilasciata dal Fondo Centrale di Garanzia a favore delle PMI (L.662/96);
- Eventuale fondo ad hoc.
C’è da sottolineare come l’intervento del Fondo
Centrale di Garanzia a favore delle PMI è finalizzato a garantire i
finanziamenti a medio termine, i prestiti partecipativi e le
partecipazioni concesse dalle banche, dagli intermediari finanziari e
dalle società finanziarie per lo sviluppo e l’innovazione alle PMI
dell’intero territorio nazionale. Le operazioni ammesse all’intervento
di garanzia sono:
- finanziamenti a medio e lungo termine, ivi
compresa la locazione finanziaria, di durata superiore a 18 mesi e
non superiore a 10 anni concessi a PMI e consorzi a fronte di
investimenti sia materiali che immateriali nel territorio nazionale;
- prestiti partecipativi, ossia finanziamenti di
durata superiore a 18 mesi e non superiore a 10 anni la cui
remunerazione è composta da una parte fissa integrata da una parte
variabile commisurata al risultato economico dell’esercizio
dell’impresa finanziata concessi a PMI e consorzi a fronte di
investimenti sia materiali che immateriali nel territorio nazionale;
- partecipazione di minoranza, di durata non
superiore a 10 anni, nel capitale delle PMI costituite in forma di
società di capitali, acquisite a fronte di un piano di sviluppo
produttivo dell’impresa.
Ovviamente nel caso di concentrazione su strumenti
di finanza ordinaria, un requisito di accesso ai finanziamenti a
condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato dovrebbe essere
l’adesione ad un consorzio dei proprietari che garantirebbe sia il buon
esito dell’operazione finanziaria, sia una gestione unitaria nel
complesso immobiliare, nel rispetto di specifiche norme tecniche in
grado di facilitare l’iter realizzativi sia sotto il piano finanziario
che tecnico-economico.
3.4 Action Plan.
L’Action Plan è un programma di azione, creato per
fissare le linee guida da seguire per la realizzazione del progetto.
Ovviamente le tempistiche relative a ciascuna azione da intraprendere
possono essere più o meno lunghe, secondo le relative modalità
burocratiche da seguire.
TAB. SEQ "Tabella"
\*Arabic 5
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2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
miglioramento
accessibilità esterna |
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campagne
informative |
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riqualificazione
edilizia |
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restauro interni |
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restrutturazione
esterni |
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impianti: luce,
acqua, gas |
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arredi interni |
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creazione sala
convegni, sala comune e ristorante |
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segnaletica tra
le case |
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concertazione
pubblico-privato |
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accordi con T.O.
e AdV |
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risanamento
infrastrutture di supporto |
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creazione sito
web |
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promo-commercializzazione |
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CONCLUSIONI
Il progetto di riqualificazione territoriale, oggetto del
seguente studio, rappresenta una formula alternativa allo sviluppo
turistico di Forza d’Agrò, e per un certo verso quella più idonea per la
valorizzazione del vasto patrimonio storico-architettonico e per la
soddisfazione dei bisogni di quella massa di viaggiatori che ricerca una
vacanza diversa dal solito.
Il lavoro svolto è stato frutto di indagini
territoriali a livello regionale e locale. Per la sua elaborazione sono
stati coinvolti Enti regionali, A.A.P.I.T., architetti, ingegneri edili
e altri soggetti che hanno collaborato vivamente e hanno apportato il
loro aiuto per una progettazione più realistica possibile, basata anche
sulla realizzazione di un modellino in 3D rappresentante l’intera area
di intervento.
Ovviamente tutto l’elaborato è plasmato in una
nuova ottica di incremento turistico, quella del Turismo Relazionale,
che sfrutta le grandi potenzialità del luogo per l’applicazione dei
cosiddetti “turismi alternativi”, tra i quali troviamo proprio l’Albergo
Diffuso, in grado di rispondere perfettamente ad una domanda sempre più
esigente e allo stesso tempo essere fattore di integrazione non solo tra
gli attori e gli operatori locali, ma soprattutto tra la gente del posto
e i cosiddetti “residenti momentanei”. Questa nuova prospettiva di
sviluppo verso cui si dirige la ricerca di nuove forme di turismo e di
ospitalità è fortemente improntata alle relazioni umane, che potrebbero
offrire notevoli occasioni di miglioramento per la Sicilia, ma tuttavia
ancora lunga appare la strada da percorrere per trasformare tali
possibilità di sviluppo in opportunità reali e concrete.
Sebbene l’ospitalità diffusa in alcune realtà
nazionali abbia riscosso notevole successo, trovando addirittura, in
alcuni casi, sbocco in una apposita disciplina normativa, nella nostra
regione questa nuova formula di ospitalità stenta ad affermarsi.
Tuttavia i progetti non mancano. Rilevante è quello promosso nella Valle
dell’Alcantara, portato avanti per iniziativa dell’Associazione
Siciliana Paese Albergo, che mira alla creazione di un Sistema Turistico
Locale tra 12 aree vicine, le quali, per la prima volta, intendono
integrare le risorse territoriali per la realizzazione di un’azione
integrata, capace di migliorare le capacità dei singoli comuni. Di non
meno interesse è il progetto portato avanti dal GAL Etna “Le case nella
lava”, dove l’obiettivo è quello di “promuovere ed attivare sul
territorio del GAL un circuito ospitale che si caratterizzi per la
simbiosi tra offerta ricettiva e la tipicità della casa”. Ovviamente
tale obiettivo deve fondersi con iniziative progettuali di
riqualificazione ambientale e sfruttamento delle risorse naturali come
volano di sviluppo economico e sociale.
Certamente il vantaggio competitivo di una
destinazione, in questo caso di Forza d’Agrò, deve tenere conto non solo
dei fattori localizzativi, ma soprattutto della diffusione delle
informazioni in merito a tali fattori e all’immagine che il paese, o la
regione, si è creata sia livello regionale che a livello nazionale. E a
tal proposito risulta indispensabile un legame coerente tra la
promozione per la localizzazione degli investimenti e la capacità
economica e sociale della destinazione di accoglierli e trattenerli. Non
è sufficiente offrire solo incentivi finanziari e fiscali, ma occorre
creare un sistema integrato di infrastrutture, di capacità
professionali, di servizi di supporto, di organizzazione burocratica e
condizioni socio-ambientali in grado di soddisfare le esigenze degli
investitori.
In tutto questo processo, fondamentale per l’avvio
del Paese Albergo è il ruolo dello Stato, proprio per l’incapacità dei
singoli imprenditori di organizzarsi e creare un sistema, il che dipende
anche dalla cultura siciliana, che è contraria all’associazionismo:
anche se nell’immaginario collettivo i siciliani sono persone calorose e
disponibili, a livello imprenditoriale preferiscono operare
individualmente, probabilmente per le esperienze maturate operando in
contesti territoriali ed economici difficili e scarsamente coesi. Perché
un progetto del genere decolli, è necessario quindi creare maggiore
elasticità e predisposizione nei confronti della cultura
dell’ospitalità, ma anche costruire un clima di fiducia reciproca tra
gli operatori come presupposto per una loro azione comune e integrata
nel territorio.
Inoltre, una destinazione come quella oggetto
d’esame, prevede una forma di valorizzazione e di promozione che non
trascuri le risorse nel suo insieme: per effettuare un’efficace
riqualificazione della destinazione non bisogna analizzare la singola
risorsa, o chiesa, o monumento, ma è necessario considerare tutto il
territorio nella sua totalità, come risultante dell’insieme inscindibile
di potenzialità capaci di trasformare un “luogo” in “destination”, una
“risorsa” in “attrazione”.
Il mio auspicio con il presente lavoro è che gli
attori e gli operatori locali competenti comincino ad avviare rapporti
di tipo relazionale e volti alla cultura dell’ospitalità, acquisendo una
mentalità più aperta e più propensa ad accettare presupposti
multiculturali, nella speranza di riscontrare sul territorio i segni
tangibili di questo cambiamento, attraverso iniziative di integrazione
come il Paese Albergo.
BIBLIOGRAFIA
“I Borghi più belli d’Italia”, Roma, 2005,
edito da Società Editrice Romana, pag. 335.
“Santo Stefano di Sessanio e l’Albergo Diffuso”,
L’Aquila, Febbraio 2005, edito per Sextantio S.r.l., pag. 23.
Dall’Ara G., Esposto M., “Il fenomeno degli
alberghi diffusi in Italia”, Molise, 2005, p.21.
Dall’Ara G., Albergo Diffuso “Newsletter”,
numero 0, Maggio 2005, numero 2, Settembre 2005, Dicembre 2006.
Martinelli, F., “La pianificazione strategica in
Italia e in Europa: Metodologie ed esiti a confronto”, Ed. Franco
Angeli, 2005, Cap.11.
Magnaghi, A., “Il progetto locale”, Torino,
2000, p. 28.
Dall’Ara G. “L’Albergo Diffuso un’idea che
piace” La Rivista del Turismo n. 1/2002.
Dall’Ara G., “Come progettare un piano di
sviluppo territoriale, la normativa, il marketing, i casi di eccellenza”,
Halley Editore, 2006.
Reale M., “La gestione strategica del
territorio, il caso Albergo Diffuso”, Università degli Studi del
Molise, AA 2002/2003.
SITOGRAFIA
www.artasicilia.it
www.marketing-turistico.com
www.startnet.unioncamere.it
www.porsicilia.it
www.ec.europa.eu/index_it.htm
www.regione.sicilia.it
www.utopie.it/turismo_responsabile/albergo_diffuso.htm
www.albergodiffuso.com
www.sextantio.it
[6] “Santo
Stefano di Sessanio e l’Albergo Diffuso”, L’Aquila, Febbraio
2005, edito per Sextantio S.r.l., pag. 23.
[14] Dall’Ara
G., Albergo Diffuso “Newsletter”, Dicembre 2006.
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