Prefazione
""Cantata da poeti, sognata da evocatori di
miti e leggende, amata da artisti per i segni monumentali lasciativi
dalle sovrapposte civiltà, prediletta da storici, che nei suoi campi,
lungo i suoi fiumi, sulle sue rocche, nelle rovine delle sue morte città
han ricostruito pagine fra le più suggestive della storia dei popoli,
questa nostra isola serba tuttavia altre bellezze. Meno appariscenti ma
non per questo meno degne di essere conosciute, queste gemme hanno nel
loro grezzo aspetto un fascino particolare, un incanto che non afferra
di colpo ed inchioda in una muta e stupefatta ammirazione, ma ammalia
sottilmente, sol che vi sia il sagace conoscitore che ne sappia
mettere in mostra i pregi e ne faccia rilucere le facce ai raggi della
storia, alla fiamma dell'arte....""
Messina, Agosto 1927
Enrico Calandra
""A ridosso del Capo S. Alessio, sul lembo
estremo di nord-est della corona del Tauro, a circa 400 metri sul
livello del mare, sorge l'antica terra di Forza D'Agrò. Burroni
profondi la circondano, in una brulla e rossastra serenità ed orizzonti
infiniti la limitano di una malinconia, riposante dolcezza. E' il Capo
S. Alessio un petrigno bivertice contrafforte coronato da due castelli
di una romantica fierezza che spinge con la sua massa superbamente
torreggiante nelle onde azzurrine dell'oionio, le quali, infiltrazioni
nei suoi fianchi, vi hanno, poco alla volta, scavato, con la loro azione
lenta continua deleteria, tre o quattro grotte
pittoresche.Geologicamente è costituito da un blocco enorme di bianca
dolomite da cui, con molta probabilità, ripete la sua antica poetica
denominazione "àrgenon àkron" che tradotta corrisponde ad
"argenteo capo". E tale dovette apparire il nostro Capo, in
quel fortunoso mattino di remota antichità, agli audaci nauti ellenici
che, per la prima volta solcano l'Ionio leggendario, infrangendo a un
tempo tutto quel nucleo di favole, create dall'accesa fantasia
primitiva, che fermavano ad ogni piè sospinto la civiltà
pargoleggiante........""
Stefano Bottari
|