Per andare nella parte antica dell’abitato, al
"Quartarello", passando per la via De Joannon o per la via
Grutta e piazza Calvario, si devono salire scalinate ed attraversare
viuzze strette ed intricate.
Sono case apparentemente ammassate le une alle altre,
per raggiungere le quali bisogna attraversare strette viuzze e ripide
scalinate di pietra, stradine a zig-zag intricate come un
labirinto.
Il borgo si è formato addossato alla rocca secondo
un impianto urbanistico tipicamente medioevale. Scarsità di spazio e
ragioni di difesa hanno contribuito a produrre quello che si mostra come
un unico organismo i cui edifici si susseguono a spirale fino al
castello. Le strette scalinate e gli angusti cortili costituivano fresco
e provvidenziale riparo nel caldo periodo estivo.
Molti muri si ergono su spuntoni di roccia; le
camere, ricavate su solai, hanno il focolare nell’angolo ed il forno
sul piano più alto; piccole dispense sono scavate nei grossi muri
laterali, in pietra e terra rossa, mentre le pareti divisorie sono di
canna. A piano terra, l’asino può rifocillarsi in una mangiatoia
ricavata in un angolo con l’ausilio di grossi tronchi di legno e
tavole destinate a contenere il foraggio.
Nei prospetti si evidenziano i balconcini, le piccole
finestre quadrate ed i semplici archi in arenaria dei portoncini
d’ingresso nei quali, spesso, é ricavata un’ulteriore finestrella
con sportello. Nei piani superiori, di fianco alle finestre architravate
con blocchi di pietra arenaria, emergono dalle pareti mensole di pietra
necessarie per sostenere i vasi di basilico.
Oggi sono case disabitate, dai tetti di tegole
sprofondati per il peso dei secoli e dai solai di legno ormai
infraciditi; ma tutto sembra ridestare, tra quei silenzi ugualmente
palpitanti, la vita febbrile e vibrante che si svolgeva nell’antica
cittadina. Molte porte sono sbarrate da legni, ma tutto ciò che si
ammira (qualche portone ad arco o con architrave, qualche finestrella
tonda, alcuni balconcini caratteristici), fa pensare alla vita intensa
dell’antica cittadina. Anzi, percorrendo le intricate viuzze si ha la
sensazione di non essere soli, di essere osservati, come se, tra i fiori
ed i pergolati che ancora ricoprono le antiche mura, accanto alle
moderne fontanelle dell’acqua e sotto i lampioni, illuminati di sera,
la vita ancora continuasse.
Qualche casa é stata restaurata. Così, per esempio,
una casetta raggiungibile sulla destra della piazza Calvario, acquistata
da una famiglia maltese e rimessa a nuovo nel rispetto dell’ambiente.
Poco più in alto si distingue, per il portone
d’ingresso racchiuso in modanature sporgenti e per le mensole
antropomorfe che sorreggono il balcone, un’altra casetta,
mentre un profumato rampicante, che si alza da una grossa giara,
abbellisce il cinquecentesco prospetto. L’abitazione é oggi nota come
la "casa dello svizzero", per la nazionalità del proprietario
che, oltre questa, ha pure acquistato altre casette del Quartarello.
Essa si distingue per il portone ornato da elementi di classica memoria
in cui la tradizionale forma ad arco é inscritta in una struttura
architravata che ne distingue il prospetto. Il balcone é sostenuto da
tre mensole antropomorfe, oggi purtroppo appena accennate per l’usura
del tempo. Gli effetti atmosferici, discendenti dalla stretta viuzza del
Quartarello, sono maggiormente evidenti nella prima mensola, la più
colpita ed ormai quasi liscia.
Ancora più in alto, un’altra casa, con il muro
aggirante sulla stretta via, si fa ammirare per il semplice ma elegante
portone d’ingresso leggermente elevato rispetto alla via. Una
caratteristica statuina è posta nella piccola nicchia sovrastante la
porta dell’antica abitazione.
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