Cresciuto
in una famiglia in cui, da sempre, si perpetuano tra i maschi
arroganza e gallismo (fa eccezione il padre, di idee socialiste), il
giovane Barone Catanese Paolo Castorini mostra, a vent'anni, di voler
seguire l'esempio del nonno e dello zio, inveterati gaudenti.
Sconvolto dalla morte del genitore suicida, e dalle sue ultime parole,
egli decide, per uscire dal cerchio chiuso, di trasferirsi a Roma,
dove già lo scrittore Vincenzo Torrisi, suo amico e compagno di
bagordi. Nella capitale, riprende, ossequiate al demone dell'erotismo,
la vita di sempre, avviando una serie di avventure con la
spregiudicata Lilia, con una principessa, con una sartina, con una
deputatessa comunista. Tornato a Catania per la morte della madre,
decide di sposare la graziosa ed ingenua nipote di un farmacista. La
moglie, conscia di non riuscire ad essere la donna che lui vuole, lo
abbandona. Solo e disperato, irrimediabilmente schiavo dei sensi,
incapace di ripristinare il dominio della ragione e di seguire i
consigli paterni, Paolo sa di essere condannato, come i suoi squallidi
Parenti. |