Tra le altre case, é meritevole di menzione quella
appartenente ai Garufi, oggi di proprietà della
famiglia Schipilliti, tipico esempio di casa padronale, sede non solo
dell’amministrazione e, talvolta, della residenza del proprietario
terriero, ma anche punto di convergenza delle varie strutture
funzionali e produttive di tutto il "feudo". Una data,
incisa sull’intonaco al di sotto del solaio del primo piano (1771),
ricordava la costruzione o, più probabilmente la ristrutturazione
dell’edificio che, per la sua mole, sembra essere secentesco più
che del ‘700.
Insieme agli ambienti adibiti ad abitazione e
finemente decorati, posti ai piani situati nella via SS. Annunziata,
si trovavano, ai piani bassi, la cantina con le botti, il magazzino
dell’olio con le giare, tutti quei mezzi, insomma, e luoghi ove
convogliava il "fructus" delle entrate del
"padrone".
Elementi decorativi d’ispirazione naturalistica,
tipici dello stile liberty, sono presenti in un bel soffitto
dipinto situato in una delle tre sale superiori dell’ex
Palazzo Garufi, oggi Schipilliti: sullo sfondo azzurro del cielo,
risaltano quattro grandi rosoni. Essi sono collegati tra loro da
pseudo-inferriate intrecciate sulle quali si avvolgono piante
rampicanti e si posano uccelletti mentre un’abbondanza di insetti
dalle dimensioni considerevoli svolazzano nell’azzurro.
In epoca recente, a cura del "fattore"
del Cav. Garufi, il Sig. Schipilliti Giovanni, che ha acquistato il
caseggiato, è stato realizzato anche un palmento in muratura per la
produzione del vino, palmento che i Forzesi, per quasi mezzo secolo,
hanno utilizzato, finché questo non è stato distrutto durante lavori
di consolidamento dell’antico edificio.
|