Scendendo giù dal Vignale, percorrendo
la strada sterrata, quando questa, dopo circa un chilometro, effettua
una doppia curva, prima a sinistra e poi a destra, proprio
sull’esterno della curva, a ridosso di un’altura verdeggiante, si è
colpiti dalla presenza di una fonte. Questa é caratteristica per un
rivolo d’acqua uscente dall’orifizio (bocca) di una
"testa" antropomorfa scalpellinata, emergente oggi da una
parete opportunamente cementata.

La fonte del Canale, è stata utilizzata per
anni dalle donne forzesi per lavare il loro bucato e rifornirsi
d’acqua da bere. Ancora ai nostri giorni l’acqua, opportunamente
raccolta ed indirizzata in una tubatura, non smette questa sua seconda
funzione. Essa scorre perennemente, in certi periodi con abbondanza, in
quelli di penuria ridotta ad sottile filo; ma si getta in una vasca
tondeggiante scavata nella roccia "locale" dallo scalpellino
Filippo D’Arrigo, prima di finire la sua corsa nel giardino
sottostante la strada sterrata. Ancora oggi il contadino, tornando dalla
campagna, quasi come un rito, riempie le sue bottiglie o il suo
bidoncino, come un tempo l’avevano fatto il padre ed il nonno col
caratteristico bummulu.