L’abitato di Forza
d'Agro, situato ad oltre 400 m slm, offre, a chi ama spaziare con lo
sguardo, un panorama mozzafiato che va da Taormina all'Etna e dallo
Stretto di Messina al profilo della Calabria. Non fu certo un caso se il
Conte Ruggero d'AItavilla decise di far riedificare il Monastero dei
Santi Pietro e Paolo d'Agro dove, dall'inizio del VI secolo alla
conquista araba (827) i monaci basiliani avevano mantenuto viva la
tradizione della chiesa cristiana d'oriente celebrando la messa secondo
il rito greco. Da buon conquistatore, la cui principale preoccupazione
era conservare il controllo delle terre strappate agli arabi, seppe
riconoscere l'importanza strategica del sito. Fu così che,
contestualmente alla rinascita del monastero (che oggi ricade nel
territorio di Casalvecchio Siculo), Ruggero ordinò l'edificazione del
castello a difesa della Valle d'Agro attraversata dal fiume omonimo. E'
proprio in epoca normanna, e più precisamente nel 1117, che un documento
firmato da Ruggero II menziona per la prima volta il "Vicum Agrillae".
Eppure il toponimo ha certamente radici ben più antiche: i greci
chiamavano "akron argennon" (capo argenteo) il promontorio oggi
denominato Capo Sant'Alessio e, forse già in epoca greca, il luogo in
cui sorge oggi Forza d'Agro era fortificato. Dell'antico castello
normanno, ristrutturato alla fine del XVI secolo e a cui fa da ingresso
una vera e propria "porta" formata da blocchi di pietra su cui poggia un
architrave, è ancora visibile la doppia cinta muraria con le sue strette
feritoie. Ma ciò che oggi, più d'ogni altra cosa, caratterizza questo
luogo è il suo utilizzo come cimitero. Nel 1876 infatti, con decreto
ministeriale firmato dal re Vittorio Emanuele II, il castello, che il
Comune aveva preventivamente acquistato dal Demanio, è diventato
cimitero. Se la curiosità ci spinge a cercare le tombe più antiche,
dovremo inerpicarci fino al punto più alto del castello. Ma la visita di
Forza d'Agro non può limitarsi alla, seppur suggestiva, passeggiata al
castello-cimitero. Tornati in piazza potremo ammirare la facciata
barocca della Chiesa Madre dedicata alla SS Annunziata e, poco distante,
troveremo la scalinata che porta alla Chiesa della Triade, al cui
sagrato si accede passando per il caratteristico portale quattrocentesco
in stile gotico-catalano dall'arco a sesto ribassato detto "durazzesco".
Il panorama di Forza d'Agro, i suoi vicoli di sapore medievale, la sua
piazza dominata dalla Chiesa Madre e il sagrato della Triade, hanno
fatto da sfondo a numerosi film. Il primo regista a lasciarsi catturare
dal fascino di questo paese e dalla cordialità dei suoi abitanti fu
Francis Ford Coppola che, a più riprese (1972, 1975, 1990), ha girato
qui alcune delle scene siciliane della trilogia "II Padrino11 tratto
dall'omonimo romanzo di Mario Puzo. Ancora oggi gli anziani ricordano il
regista e la sua troupe con un misto di ammirazione e affetto ben consci
della fama che il film ha dato al piccolo centro abitato della provincia
di Messina. Come arrivarci: si imbocca l'autostrada per Messina e si
esce a Taormina Nord; da qui si prosegue in direzione Messina lungo la
SS 114. Al bivio di Capo Sant'Alessio di imbocca la SP 16 che porta a
Forza d'Agro.
A cura della Prof.ssa
Angela Inferrerà
Presidente Associazione
Guide Turistiche Provincia di Messina |