Vi si arriva alla fine di un sentiero di campagna,
che discende dalla contrada "Vignale", dopo aver lasciato la
tortuosa ma carrozzabile strada sterrata. La chiesa, che ha pianta
rettangolare ed é ad una navata, risale ad un periodo imprecisato,
probabilmente anteriore all’anno 1000. La costruzione, di piccole
dimensioni ed a pianta unica, conferma gli aspetti più caratteristici
dell’architettura paleocristiana-bizantina.
Il prospetto del tempio, rivolto a Sud-Ovest, é oggi
in completa rovina e del portale d’ingresso rimane soltanto qualche
blocco di pietra arenaria. Non vi sono resti del tetto, che comunque
doveva essere a falde inclinate, con il soffitto a capriate e travi in
vista. Le dimezzate mura si distinguono per la povertà del materiale
utilizzato per la loro costruzione: pietre di varia natura, pezzi di
tegole, malta, niente intonaco.
Sul fondo della piccola navata restano ancora
miracolosamente in piedi le pietre che costituiscono l’abside, la cui
struttura architettonica é a pianta semicircolare, con l’arcata
costituita da conci di pietra arenaria. Due nicchie, di cui una frontale
ancora intatta e l’altra laterale semi distrutta, fanno da ornamento
alla piccola abside nel cui interno un fico d’India ha oggi trovato
riparo e ricopre i colori (rosso, verde e arancione), ormai sbiaditi, di
un affresco. Sulla parete laterale a destra dell’ingresso, vicino alla
nicchia, appare probabile l’esistenza di una seconda porta. Lo
lasciano intuire i grossi blocchi squadrati di pietra arenaria rimasti,
che ne costituivano la struttura.
- Cimeli e memorie
Attorno a questa chiesetta, secondo quanto trasmesso
da generazione in generazione, sorgevano gruppi di case, poggiati sui
dossi più o meno dolci e colorati della contrada.
Poco più in basso del tempio, proprio a livello del
sentiero campagnolo, resta pressoché intatto un condotto verticale di scarico
di un’antica costruzione. Tale canale, dopo un tratto perpendicolare
incassato in una imponente muratura, chiaramente visibile anche a
distanza, il cui materiale da costruzione é la pietra arenaria, va a
gettarsi nel sottostante vallone. La parte inferiore, terminale, del
condotto é costituita da un’ampia apertura che sfocia su una grossa
pietra, la quale, per un breve tratto, é scavata per consentire un
miglior deflusso delle sostanze. Potrebbe essere un
"gabinetto" comune, ma la gente forzese pensa che sia il
"gabinetto" di un antico convento (u
cacaturi di’ monaci) eretto proprio nelle vicinanze della
chiesa prima descritta ed ove i monaci conducevano la loro vita piena di
fervore religioso.
In effetti mura di una antica costruzione, tra
rovi e finocchi selvatici, sono visibili accanto alla suddetta
struttura, ma troppo poco é rimasto perché si possa affermare con
certezza che giusto lì sorgesse un convento, come invece
tramanda la voce popolare.