Una riproduzione fotografica del panorama di Forza
d’Agrò agli inizi del ‘900, riportata nel libro di Stefano Bottari,
é di notevole importanza perché risulta in essa visibile, nella parte
destra alla base della rocca su cui si erge il Castello, il prospetto
completamente bianco e dalle linee superiori ondulate, di una chiesa.
Nello stesso libro, in una riproduzione fotografica della casa Miano, la
veduta dello scorcio panoramico del corso principale é anch’essa
rilevante perché, ad un attento studio, risulta visibile sullo sfondo
una ripida scalinata. Questa rappresenta, come il precedente, uno dei
pochi documenti rimasti ove vi é traccia di una chiesa un tempo
esistente ed oggi non più.
Si tratta della Chiesa della Madonna Bambina, detta
anche "da Matri ‘a luci" (cioè "Madonna della
Luce"), che sorgeva nella via SS. Annunziata in zona ancora oggi
detta "Avanzi ‘a luci" proprio dal nome della chiesa.
Alla piccola chiesa, posta in posizione sopraelevata
rispetto al corso principale, si accedeva quindi dopo aver risalito una
ripida scalinata, simile come forma a quella di accesso alla Chiesa
della Triade, costituita da un primo tratto di gradini rettilinei e
quindi, dopo una breve interruzione, da una seconda "rampa"
con gradini curvilinei. Il prospetto dell’edificio religioso era
rivolto ad Est. L’interno doveva essere molto semplice, con un altare
maggiore abbellito da un quadro della "Madonna Bambina", di
dimensioni non rilevanti e del quale oggi non se ne sa più niente.
Qualcuno dice che nella cripta sotterranea di questa
chiesa venissero una volta sepolti i bambini defunti.
Soprattutto le signore forzesi ricordano come,
nell’ultimo periodo di attività della chiesa, solo l’8 settembre si
festeggiasse con messa solenne la natività di Maria Vergine e durante
il periodo pasquale si facesse il Santo Sepolcro ai piedi dell’altare.
A memoria d’uomo, da subito dopo il 2° conflitto
mondiale non si sono più officiati riti religiosi in questa chiesa, finché
l’edificio non é stato acquistato, dall’America ove era
emigrato, dal sig. Giuseppe Mercurio che, dopo averlo fatto demolire,
nel 1951 ne ha ricavato un garage tuttora esistente.
A parte la traccia del tetto abbattuto della chiesa,
visibile sulle pareti laterali esterne delle case attigue sia dalla via
SS. Annunziata che dalla sovrastante via Laino, proprio sulla strada
principale rimane tuttora l’unico cimelio ricollegabile in un certo
modo alla chiesa: una grossa colonna
a sezione quadrata formata da blocchi di pietra arenaria, poggiata su
base più larga all’inizio della gradinata e con l’estremità
superiore a cuspide.