Mentre il Castello di Sant’Alessio, dopo che è
stato abbandonato, è rimasto soltanto quale affascinante vista per il
turista di passaggio, il Castello di Forza d’Agrò è divenuto un ...
"camposanto". Già l’editto di Saint-Cloud del 1804, cui ha
fatto seguito l’ordinanza del governo del Regno delle due Sicilie nel
1830, aveva stabilito che i morti venissero seppelliti in cimiteri posti
al di fuori dei centri urbani. Tenendo conto che la distanza del
cimitero dal paese doveva essere almeno di 200 metri,
l’Amministrazione comunale di Forza d’Agrò, presieduta dal Sindaco
Antonio Paguni, ha pensato che il luogo più adatto da adibire a
camposanto fosse proprio il Castello Normanno, provvisto già di mura ed
in posizione sopraelevata rispetto al paese. Per questo è stata fatta
richiesta di acquisto al Demanio, proprietario del sito, e, con decreto
ministeriale datato 3 dicembre 1876 sottoscritto dal Re Vittorio
Emanuele II, è stata data l’autorizzazione a convertire in cimitero
l’ormai ex "Fortilicium de Agrò".
Fino a quel momento tutti i morti venivano seppelliti
nelle chiese poste nei vari quartieri di residenza dei defunti o nelle
cappelle riservate ai nobili, al clero o alle confraternite cui i
defunti stessi appartenevano. Ai poveri, invece, venivano destinate
fosse adiacenti alle chiese.
Nel punto più elevato del castello, nelle immediate
vicinanze della vecchia chiesa del Crocifisso, sono state eseguite le
prime sepolture. Vicino a semplici tombe non si escludeva qualche
pregevole monumento funerario, come quello dedicato a tre esponenti
della facoltosa famiglia Miano, rappresentati nei loro busti di marmo
Nel nuovo sito, le tombe, caratteristiche perché
tutte disuguali, alcune alte, altre basse, disposte in tutte le
direzioni non seguendo alcun senso geometrico, hanno fatto di questa
antica fortezza una "città morta".
Un "cimitero nel castello" é un fatto che
nessun turista che visita Forza d’Agrò può dimenticare. E’ una
cosa che di certo non passa inosservata. Per il visitatore
inconsapevole, giunto "a fatica" fin quassù per ammirare il
castello, é un contrasto troppo grande, un’anomalia impensabile ed
inaspettata.
Il Castello-cimitero è stato spesso "set" di lungometraggi
girati per la televisione o per il cinema.
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